Page 177 - Conflitti Militari e Popolazioni Civili - Tomo I
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          aCta
             in Croazia, ma allora era terra veneziana, vi sono i ricordi delle galee dalmate ed una
          lapide che ricorda Lepanto era stata apposta nell’arcata della porta di terra di Zara.



          cOnclusiOne
             Nel terminare la sua orazione funebre per i veneziani morti a Lepanto   il Paruta scrive
                                                                         57
          che “è oggi mai tempo ch’io termini di laudar con la lingua coloro, le cui laudi nella memoria
          degli uomini non avranno mai alcun termine se non insieme col mondo”.
             Infatti, non c’era soltanto un Turco da combattere e, possibilmente sconfiggere, ma c’era
          un’Europa da salvare. Si può affermare senza esitazione che la sconfitta della flotta della
          Lega avrebbe comportato, finalmente, il possesso della “Mela rossa” da parte del Sultano. Il
          prologo di Otranto del 1480 era stato un avvertimento.
             Di questo parere doveva essere anche il papa Giovanni Paolo II che, da buon polacco, co-
          nosceva il passato della sua terra. Nel discorso del 7 novembre 2003 avvertì gli ascoltatori:
             Una società che dimentica il proprio passato è esposta al rischio di non riuscire a far
          fronte al proprio presente e, peggio ancora, di diventare vittima del proprio futuro.
             A questo punto sarebbe necessario passare dalla storia del passato – ossia la minaccia e
          la paura del turco nel XVI secolo – alla attualità politica di questi tempi – ossia la minaccia
          di un particolare terrorismo nei confronti dell’Occidente, delle sue strutture rappresentative,
          anche nei paesi a maggioranza islamica, se non addirittura alle singole persone. Gli esempi
          ed i riferimenti non mancano: in Spagna, in Inghilterra, in Turchia, in Asia.
             Ma il mio compito finisce qui.

































          57   Stampata a Venezia, appresso Bolognin Zaltiero, 1572
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