Page 173 - Conflitti Militari e Popolazioni Civili - Tomo I
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          aCta
          circa 250 tonnellate. Costruita ed armata a Barcellona nel 1569, venne mandata a Siviglia per
          essere decorata. Quanti turisti che visitano il vecchio arsenale recepiscono l’importanza di
          quell’imbarcazione, dopo 437 anni ?
             a Palma di Majorca si conservano tappezzerie fiamminghe che rappresentano episodi
          della battaglia di lepanto.
             a Siviglia è presente uno stendardo turco.
             a Burgos sono presenti armi e insegne turche.

          italia
             La partecipazione italiana alla campagna del 1571 fu decisamente maggioritaria, sia con
          uomini provenienti dai possedimenti spagnoli (Napoli, Milano, Sicilia, Sardegna) che da
          entità statali autonome (Venezia, Toscana, Ferrara, Parma, Urbino, Savoia, Genova, e, ovvia-
          mente, lo Stato della Chiesa con le sue dipendenze).
             In Italia, pertanto, si può trovare la “memoria” di Lepanto offerta al popolo nelle città
          di provenienza dei personaggi più rappresentativi, oltre a quelle disposte dalle autorità per
          ricordare l’evento.
             Ma a fronte di quelli per la gente italiana, in Italia è presente un monumento che ricorda
          il più esperto dei comandanti turchi: Ulugh Alì, nato a Le Castella, in Calabria, vissuto come
          Luca Galeni fino al momento della sua cattura e alla decisione di “farsi turco”.
             Al ritorno ad Istanbul, dopo Lepanto ebbe il titolo di “Kilich” (la spada) e alla sua morte
          una tomba significativa, degna del suo rango.
             Il vescovo di Dax, il francese Mons. De Noailles, ambasciatore e mediatore presso la
          Porta, dirà “Ulugh, in segreto, è ancora cristiano”.
             Ma sarà sempre leale al suo “datore di lavoro”, ricostruendo la flotta turca dopo il disastro
          di lepanto.
             Invano il duca di Medina-Celi scriverà a Filippo II da Laredo il 26 novembre 1571 una
          lettera con la quale si felicita per la vittoria “y encarece la conveniencia de traer a su real
          servicio Uluch Alì” .
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          VeNeZia
             la componente navale della Repubblica, con le oltre cento galee e le sei galeazze ed i
          migliaia di uomini imbarcati, ha prodotto una notevole quantità di memorie.
             L’ingresso di terra dell’Arsenale fu ampliato con l’inserimento di una specie di “arco di
          trionfo”; a ricordo della battaglia fu posta nell’architrave la scritta “VICTORIAE NAVALIS
          MONIMENTUM MDLXXI” e la statua di s. Giustina fu posta al vertice.
             Nell’Arsenale furono conservate le galee catturate ed assegnate a Venezia e le altre spo-
          glie turche (bandiere, fanali, armi, ecc.). Molti pezzi sono stati trasferiti nell’Armeria di
          Palazzo Ducale, dove si trova anche un busto del Venier.
             Il Senato commissionò al Tintoretto una grande tela, distrutta nell’incendio del 1577 e
          sostituita nel 1590 da quella del Vicentino nella sala dello scrutinio.
             Sotto il profilo umano le reliquie più significative sono le spoglie dei principali attori di
          Lepanto, oltre a quella del Bragadin. Il Venier, dapprima sepolto a Murano, fu traslato nella


          49    CODOIN, XXXV, pag. 457-8
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