Page 366 - Conflitti Militari e Popolazioni Civili - Tomo I
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366                                XXXIV Congresso della CommIssIone InternazIonale dI storIa mIlItare • CIHm

           Le politiche di controllo dei consumi in Italia nei due
           conflitti mondiali


           PIERPAOLO MECCARIELLO



              il presente studio è dedicato ad un esame, necessariamente sintetico, delle politiche e
           delle strutture poste in essere dal governo italiano nel corso dei due conflitti mondiali, per il
           controllo dei consumi della popolazione civile.
              Il concetto di “guerra totale” era certamente ben noto in Europa alla vigilia del primo
           conflitto mondiale, anche se probabilmente le rapide campagne prussiane nella seconda metà
           del secolo precedente avevano determinato il diffondersi della concezione del conflitto come
           scontro di forze intenso ma contenuto nel tempo.
              Il problema fondamentale dell’economia di guerra era quindi la mobilitazione integrale
           del potenziale bellico e l’utilizzazione razionale delle risorse, mentre passava in secondo
           piano la sostenibilità dello sforzo nel periodo medio-lungo.
              Tra la fine del XIX secolo ed il 1914, comunque, era di là da venire il passaggio dall’ac-
           quisizione teorica alla definizione di concrete scelte organizzative.

           l’esPerienza della PriMa guerra MOndiale

              i nove mesi della neutralità concessero al governo italiano il tempo necessario per pren-
           dere atto di quanto si andava facendo nei Paesi dell’Intesa, ma non sembra che fosse stato
           assimilato il dato di esperienza che avrebbe dovuto emergere come il più rilevante, la situa-
           zione di stallo nelle operazioni ed il conseguente passaggio alla guerra di logoramento, con
           le implicazioni prevedibili, in primo luogo la proiezione in una prospettiva temporale inde-
           terminata, ma certamente lunga, di un incremento esponenziale dei consumi.
              Si pose invece attenzione soprattutto agli effetti immediati dello stato di guerra, in parti-
           colare all’impatto sul sistema delle relazioni economiche internazionali: la competizione sui
           mercati di approvvigionamento, l’aumento dei prezzi e dei noli, la dilatazione del fabbisogno
           valutario, la crisi dei trasporti marittimi.
              Un insieme di fattori che conducevano alla constatazione di dover contare essenzialmente
           sulle proprie risorse.
              Constatazione che, per un Paese largamente dipendente dalle importazioni e dai trasporti
           marittimi, avrebbe dovuto implicare una rigorosa disciplina dei consumi unita ad un’efficace
           mobilitazione delle risorse interne.
              al governo Salandra si presentava però, in termini di assoluta urgenza, un altro problema,
           il raggiungimento di un livello accettabile di capacità operativa da parte dell’esercito, soprat-
           tutto mediante il rinnovamento del parco di artiglieria, in ritardo dal principio del secolo per
           le difficoltà di scelta, insieme tecnica e politica, tra le due possibili opzioni, la tedesca e la
           francese, per il pezzo base della linea da campagna.
              La soluzione più semplice fu quella di delegare la gestione del rinnovamento all’organo
           tecnico dell’amministrazione militare, la direzione generale di artiglieria e genio del Mi-
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