Page 367 - Conflitti Militari e Popolazioni Civili - Tomo I
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          nistero della Guerra, retta dal maggior generale Alfredo Dallolio, in carica dal 4 maggio
          1911, protagonista del programma che, una volta effettuata la scelta a favore del modello
          Schneider, si era risolto in un evento organizzativo di prima grandezza, che implicava la
          supervisione della produzione su licenza, affidata ad un consorzio di ben 27 ditte italiane,
          e sull’acquisto, in parte all’estero, di materiali di artiglieria pesante e pesante campale e di
          complessi da montagna.
             Il conflitto europeo era appena esploso e l’Italia era ben lontana dall’aver fatta la sua
          scelta di campo, quando Dallolio, con il R.D. 4 agosto 1914,n. 770, ottenne di poter operare
          in deroga alle norme sulla contabilità di Stato. Seguì, con l’approssimarsi dell’intervento al
          fianco dell’Intesa, una serie di provvedimenti mediante i quali il potere normativo del gover-
          no in materia economica fu rafforzato in misura fino a quel momento imprevedibile.
             La legge 21 marzo 1915, n.273 “Provvedimenti per la difesa militare ed economica dello
          Stato” delineò il quadro di riferimento istituzionale, ben prima che il Parlamento decretasse,
          il 22 maggio, l’attribuzione al governo dei poteri straordinari connessi allo stato di guerra. La
          legge intervenne anche in materia di commercio con l’estero, in particolare vietando l’espor-
          tazione di merci ritenute necessarie per la difesa.
             in un quadro di attività normativa decisamente orientato verso la mobilitazione industria-
          le in funzione della produzione bellica, sull’altro versante della politica economica di guerra,
          la disciplina degli approvvigionamenti e dei consumi alimentari, l’esordio fu meno incisivo.
             Nel  gennaio  1915  fu  costituito  un  “Ufficio Temporaneo Approvvigionamento  Grani”
          (U.T.A.G.), incaricato di coordinare gli acquisti all’estero e lo smistamento del prodotto ai
          consorzi agrari provinciali, ma privo di poteri effettivi di intervento sull’immissione in con-
          sumo, e quindi sui prezzi.
             Soltanto un anno dopo, con i decreti luogotenenziali n.4 e n.5 dell’8 gennaio 1916, si
          giunse all’imposizione di vincoli alla produzione ed alla commercializzazione del grano (ob-
          bligo di dichiarare l’ammontare della produzione, imposizione di prezzi massimi di vendita,
          previsione di requisizioni). Fu anche istituita una commissione centrale per gli approvvigio-
          namenti, inquadrata nel Ministero della Guerra e presieduta da un generale. Nel marzo 1916
          fu finalmente imposto un vero e proprio calmiere.
             A livello internazionale, il governo italiano entrò a far parte, con il francese ed il britanni-
          co, di un Joint Committee per il commercio del grano, dal gennaio 1917 Wheat Executive.
             L’intervento governativo sul mercato agricolo, nel primo anno di guerra, si concretò dun-
          que nel coordinamento degli acquisti all’estero, e nel tentativo di controllare i prezzi interni.
             Una svolta si verificò a metà del ’16, quando l’amministrazione dell’Agricoltura fu scor-
          porata da quella dell’Industria e del Commercio, e costituita in dicastero autonomo (R.D. 22
          giugno 1916, n.755), destinato a diventare il centro di riferimento di una politica organica
          dell’alimentazione, comprendente anche misure per il contenimento dei consumi, per il so-
          stegno della domanda da parte dei ceti più deboli (prezzo politico del pane) e per lo scorag-
          giamento di quella dei prodotti ritenuti “voluttuari”, individuati nella carne e nei dolciumi.
              Seguirono, nel gennaio 1917, l’istituzione di un “Comitato di governo per l’alimentazio-
          ne”, comprendente i ministri dell’Agricoltura, Trasporti, Commercio Interni e Guerra, e, nel
          giugno successivo, di un “Commissariato Generale per gli approvvigionamenti ed i consumi
          alimentari, affidato all’on.Giuseppe Canepa.
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