Page 57 - Conflitti Militari e Popolazioni Civili - Tomo I
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do piano, o talvolta ignorando del tutto, quanto, invece, potesse concernere l’assolvimento
dei compiti istituzionali. Ciononostante, tale materiale documentario è venuto a costituire le
fondamenta di quello che oggi definiamo l’Archivio Storico della Guardia di Finanza.
anche i successivi versamenti di documenti hanno avuto il prevalente carattere di descri-
vere le operazioni militari. Ecco perché l’archivio è completo riguardo alla guerra italo-turca,
alla 1^ Guerra Mondiale, all’impiego nelle aree occupate dopo l’armistizio ed alla guerra
d’Etiopia del 1936. È, pertanto, disponibile una documentazione variegata ed esaustiva ri-
guardante la mobilitazione dei reparti, la formazione delle unità, le questioni d’impiego di
carattere generale, oltre ai diari storici di ciascun battaglione mobilitato.
Situazione grossomodo analoga si è verificata per il 2^ conflitto mondiale, grazie all’ac-
quisizione del carteggio prodotto dall’ufficio del Generale di Brigata del R. Esercito addetto
al Comando Generale, denominato fondo U.G.A., al quale facevano capo le trattazioni ri-
guardanti i reparti mobilitati. analogamente avvenne per il carteggio del Contrammiraglio
capo del Servizio del Naviglio, visto che la competenza del Comando Generale era pratica-
mente limitata alla costituzione ed al ripianamento organico dei reparti mobilitati, destinati
poi a dipendere, per l’impiego operativo, dai Comandi del R. Esercito o della R. Marina.
Purtroppo, le trattazioni si interrompono alla data dell’armistizio, a seguito del quale andò
perduto il carteggio dei reparti dislocati in territorio di occupazione. Praticamente assenti
sono anche i documenti riguardanti il “Regno del Sud” (nel periodo tra il 10 settembre 1943
ed il 4 giugno 1944, cioè dalla fuga del Re a Brindisi alla presa di Roma), mentre più con-
sistenti sono le testimonianze documentali dell’impiego della Guardia di Finanza durante la
Repubblica di Salò, nonostante la perdita dell’archivio del Comando Generale del Corpo,
all’epoca stabilito a Brescia. Della partecipazione alla guerra di liberazione partigiana so-
no rimasti numerosi documenti, compresi gli elenchi dei finanzieri a cui venne attribuita la
qualifica di partigiano combattente, mentre di limitata entità possono essere considerate le
notizie documentali inerenti l’attività di polizia militare, il disimpegno del servizio d’istituto
svolto nei territori annessi od occupati e l’attività di concorso al controllo dell’economia di
guerra. In tempo di pace, purtroppo, il servizio d’istituto con il disbrigo dei compiti di poli-
zia non riceverà maggiore considerazione ai fini archivistici. Va constatato, infatti, che oltre
alle relazioni statistiche annuali i documenti che sono stati conservati si riferiscono quasi
esclusivamente a questioni riguardanti l’ordinamento del Corpo o l’addestramento, oppure
contemplano eventi di carattere eccezionale, come le missioni all’estero.
Esistono però delle fonti cosiddette “minori”, alle quali si può attingere per completare il
quadro fornito dalla documentazione lacunosa. Si tratta dei periodici e delle riviste istituziona-
li, che in maniera costante sono stati pubblicati a tiratura nazionale a partire dal 1886. La più
importante di queste è “Il Monitore delle R. Guardie di finanza”, oggi ancora esistente col tito-
lo di “Il Finanziere”, il quale ha subito numerose modifiche sia nell’editore che nei contenuti,
riportando per molti anni una immagine fedele della vita del Corpo e dei suoi componenti.
Riguardo a questi ultimi, in particolare considerazione viene tenuta – come giusto che sia
– la tutela della memoria dei caduti in guerra ed in servizio e dei decorati, per i quali è stato,
nel tempo, strutturato un intero archivio matricolare e fotografico, così da poterne mantenere
vivo il ricordo tramite l’intitolazione, ai più meritevoli, di edifici adibiti a caserme e di mezzi
aeronavali.