Page 54 - Conflitti Militari e Popolazioni Civili - Tomo I
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54                                XXXIV Congresso della CommIssIone InternazIonale dI storIa mIlItare • CIHm

           secondo dopoguerra, e di quale sia stato il contributo dell’Arma dei Carabinieri.
              Un piccolo cenno merita anche l’attività editoriale dell’Arma, iniziata all’esterno dell’Isti-
           tuzione e per iniziativa privata con la rivista “il Carabiniere”, edito per la prima volta nel
           1872, 11 anni dopo l’Unità d’Italia , 4 anni prima del Corriere della Sera: nel 1976 nasce
           l’Ente Editoriale per l’Arma dei Carabinieri che curerà “l’elevazione del tono culturale dei
           Carabinieri, le finalità altamente sociali dell’Istituzione, la sua Storia, le sue attività, le sue
           benemerenze. Per problemi di tempo mi limito a considerare solo la produzione attuale, che
           vede in prima linea la serie “Storia documentale dell’Arma dei Carabinieri” del Generale
           Arnaldo Ferrara. Non può sottacersi, inoltre, lo sviluppo di un certo tipo di “storia” legata al
           territorio, e questa è una caratteristica precipua dei Carabinieri che svolgono il loro servizio
           distribuiti capillarmente su tutta la Nazione, e cioè la produzione di libri che “raccontano”
           le vicende dell’Arma a livello locale, celebrando i protagonisti e rievocando gli eventi, con
           un occhio di riguardo alle interazioni tra l’Istituzione e la gente, ed in ciò avvicinandosi con-
           cettualmente all’argomento del Congresso, con la differenza che si tratta di problematiche
           attinenti generalmente il tempo di pace. Il fenomeno riguarda tutto il territorio nazionale
           (Fabriano, Sardegna, Caserta...) che ora trova una definitiva consacrazione a livello nazio-
           nale con il volume “I Carabinieri a Torino”, presentato durante l’ultima Fiera del Libro e
           distribuito lo scorso 13 luglio con il quotidiano “La Stampa”.
              in linea con la precedente produzione, che vede camminare di pari passo la Storia con
           la pubblicistica, la prossima edizione sarà un libro sui “Calendari dell’Arma”, opera di un
           Appuntato Scelto dei Carabinieri. Non può sfuggire ad una platea così qualificata come il
           rileggere la storia dei 76 Calendari dell’Arma (il primo fu pubblicato 80 anni fa) consente
           di rinvenire non solo agiografia, ma anche tanta storia, tanto costume, permette di cogliere i
           segni delle scelte e degli eventi non solo istituzionali, ma di un’intera Nazione.
              Per quanto attiene l’argomento del XXXIV Congresso, e cioè la guerra vista e subita dalle
           popolazioni civili, non esiste presso l’Ufficio Storico un fondo dedicato, ma si può rinvenire
           documentazione pertinente ed interessante lavorando su altri settori, quali:
           –  Guerre mondiali, Resistenza, Crimini di guerra, che riguardano soprattutto l’esperienza
              delle popolazioni italiane nelle guerre totali;
           –  Africa Orientale e Settentrionale, Albania e penisola balcanica, Russia e Grecia (Seconda
              Guerra mondiale) che invece rappresentano la guerra e l’occupazione quali vissute da
              altri popoli.
              Altri fondi stanno godendo di una alimentazione particolarmente ampia ed attenta grazie
           ad una nuova sensibilità verso realtà in passato forse troppo trascurate, quali “Foibe ed esodo
           giuliano – dalmata” e “Persecuzioni razziali”.
              Quindi, l’iniziativa di svolgere un Congresso internazionale che avesse ad oggetto la
           popolazione civile ed in che misura vivesse o, meglio ancora, essa soffrisse la tragedia della
           guerra e pagasse gli esiti degli scontri, è sembrato un ottimo modo non solo di dare la giu-
           sta attenzione ad un aspetto spesso ritenuto, a torto, secondario, ma anche di arricchire un
           patrimonio culturale di estrema importanza, perché è giusto studiare i grandi eventi, ma è
           altrettanto essenziale analizzarne e capirne i gravi effetti su chi, spesso più del militare, è
           sconvolto dalla follia della guerra.
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