Page 52 - Conflitti Militari e Popolazioni Civili - Tomo I
P. 52
52 XXXIV Congresso della CommIssIone InternazIonale dI storIa mIlItare • CIHm
successiva, in pratica un supporto per le attività di Stato Maggiore. Per le attività di ricerca
ed elaborazione storica rivolta anche verso l’esterno, c’era l’Ufficio dello SME, che deteneva
anche la documentazione della sua prima arma.
Dopo solo due anni la Sezione fu elevata ad Ufficio: era stata rilevata, infatti, la “completa
differenziazione tra l’attività spiccatamente dinamica dell’Ufficio Operazioni e quella meto-
dica di ricerca, raccolta ed elaborazione di documenti”; il nuovo Ufficio avrebbe altresì avuto
quali compiti anche quelli di controllo della compilazione delle Memorie storiche annuali
dei Comandi di Corpo, l’elaborazione di note informative di carattere storico concernenti
l’Arma, la produzione di raccolte documentografiche sulle attività speciali dell’Istituzione,
l’analisi della situazione economico – sindacale e dell’Ordine Pubblico su tutto il territorio
nazionale, la ricerca dei documenti.
Ma all’inizio degli anni ’80 l’Ufficio fu sciolto, vuoi per una contrazione dell’interesse
per la Storia, vuoi perché – fondamentalmente – l’Ufficio Storico a valenza esterna era quello
dell’Esercito, venendo ridotto a Sezione Documentazione dell’allora Ufficio Cerimoniale,
situazione in cui rimase per sette anni. Alla fine degli anni ’80, questa eccessiva chiusura
dell’Istituzione iniziò ad essere notata dagli storici e dagli studiosi in genere di materie socio-
logiche: l’Arma non è solo quella che ha combattuto a Pastrengo, sul Podgora, a Culqualber,
è anche quell’entità che ha accompagnato la Nazione nel suo sviluppo socio – politico oltre
che con le attività connesse al mantenimento dell’ordine e della sicurezza pubblica pure e
soprattutto con l’attività di monitoraggio delle condizioni economiche e sociali a favore dei
vertici dello Stato; è diventata, col tempo, la produttrice di materiale importantissimo per
la ricostruzione degli avvenimenti, per la rappresentazione di alcuni aspetti della società e,
soprattutto, dell’atteggiamento dello Stato verso fenomeni di natura più varia.
Ancora nel 1987, in un atto ufficiale del Comando Generale diretto al Ministero della
Difesa si ribadiva che “l’Archivio Storico del Comando Generale dell’Arma è stato costituito
per esclusive esigenze di documentazione dell’Istituzione. Pertanto non è aperto alla libera
consultazione del pubblico”.
Negli anni successivi, anche a causa della spinta prodotta da storici di fama, l’Ufficio Sto-
rico ha intrapreso attività finalizzate ad adeguarsi agli altri Uffici Storici per quanto attiene i
rapporti con il pubblico, ma sarà solo nel 1995 che verranno messi in atto provvedimenti di
lungo periodo, quale il recupero, almeno in copia, della documentazione a suo tempo versata
allo SME ed al Museo Storico, per “unificare il carteggio storico inerente l’Arma dei Carabi-
nieri”. Si giunge al 2000, quando l’Istituzione assurge al rango di Forza Armata, e l’Ufficio
Storico dei Carabinieri, recidendo il cordone ombelicale che lo legava a quello dello SME,
avverte la necessità di strutturarsi come Ufficio Storico a tutti gli effetti. Da allora sono stati
adottati una serie di provvedimenti finalizzati ad adeguare la struttura al rinnovato interesse
per la ricerca relativa alla storia contemporanea ed all’analisi dell’evoluzione della società
italiana.
Innanzitutto, con Decreto del Ministro della Difesa del 5 dicembre 2003, il Capo dell’Uf-
ficio Storico dell’Arma dei Carabinieri è entrato a far parte della Commissione Italiana di
Storia Militare, in quanto fino ad allora in tale organo era rappresentato dal Capo dell’Ufficio
Storico dell’Esercito.
Nell’anno 2006, constatato che la struttura dell’Ufficio era particolarmente contenu-
ta rispetto agli analoghi organi degli Stati Maggiori, veniva approvata una riarticolazione