Page 81 - Conflitti Militari e Popolazioni Civili - Tomo I
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          Regimi politici, sistemi internazionali e carattere delle
          guerre totali, limitate, asimmetriche


          MASSIMO DE LEONARDIS    *




          guerre stasis e guerre polemos

             la percentuale di caduti tra i militari e di vittime tra i civili non dipende esclusivamente
          dalla potenza delle armi e dalle tattiche impiegate . il carattere limitato o totale delle guerre
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          deriva anche dalla natura dei regimi politici e dei sistemi internazionali.
             Da questo punto di vista, per descrivere i conflitti si potrebbero utilizzare due diversi
          vocaboli  usati  dai  greci,  in  particolare  da  Platone :  čččččč,  la  guerra  tra  avversari  separati
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          da questioni di interesse, ma nel quadro di un sistema istituzionale e di valori condiviso, e
          πόόόμόό,  la  guerra  tra  nemici,  divisi  da  concezioni  del  mondo  e  sistemi  politici  opposti .
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          Come osserva Raymond Aron, i sistemi internazionali, riguardo all’ideologia, possono es-
          sere homogènes ou hétérogènes , a seconda che gli attori principali condividano o meno
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          una stessa concezione del mondo: i primi daranno luogo a guerre όόόόόό, come tra la pace
          di Westfalia del 1648 e la rivoluzione francese e tra il 1815 ed il 1914, i secondi a guerre
          πόόόμόό, come le guerre di religione, quelle della Francia rivoluzionaria e napoleonica, la
          seconda guerra mondiale. Von Clausewitz sottolinea appunto che fu l’apparire di un attore,
          la Francia rivoluzionaria, che rifiutava il sistema vigente, a portare alla guerra assoluta, non
          viceversa .
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             Naturalmente la multiforme realtà della storia impone sempre di considerare le eccezioni
          a classificazioni rigorose . Nelle varie epoche, accanto al tipo prevalente di guerra, possono
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          ∗    Professore Ordinario di Storia delle relazioni e delle istituzioni internazionali e Direttore del Dipartimento
              di  Scienze  Politiche  nell’Università  Cattolica  del  Sacro  Cuore,  Milano.  Docente  di  Storia  contempora-
              nea all’Università Europea di Roma. Segretario Generale della Commissione Italiana di Storia Militare.
          1   anche con armi rudimentali si possono uccidere molte persone. ad esempio i sacerdoti aztechi, dandosi il
              cambio su quattro tavoli, in quattro giorni potevano uccidere con il pugnale a scopo sacrificale ed intimidato-
              rio più di 80mila prigionieri di guerra (cfr. V. D. Hanson, Massacri e cultura: le battaglie che hanno portato
              la civiltà occidentale a dominare il mondo, Milano, 2002, pp. 232-37, in particolare 234; the original edition
              is Carnage and Culture: Landmark Battles in the Rise of Western Power, New York, 2001) e negli anni ’90
              del secolo XX «i machete in Ruanda e Burundi hanno provocato un numero di morti superiore di cinque
              volte a quelli della bomba atomica di Hiroshima» (C. Jean, L’uso della forza. Se vuoi la pace comprendi la
              guerra, Roma-Bari, 1996, pp. 16-17).
          2   «L’inimicizia fra parenti si chiama discordia, l’inimicizia fra estranei guerra», Platone, Dialoghi politici e
              lettere, a cura di F. Adorno, vol. I, Torino, 1970, Repubblica, libro V, cap. XVI, p. 426.
          3   In proposito cfr. G. Miglio, Guerra, pace, diritto. Una ipotesi generale sulle regolarità del ciclo politico, ora
              in id., Le regolarità della politica, Milano, 1988, vol. II, in particolare pp. 773-74.
          4   Cfr. R. Aron, Paix et guerre entre les nations, Paris, 1962, pp. 108-113 e Id., La politica, la guerra, la storia,
              Bologna, 1992, p. 74 [introduzione di A. Panebianco].
          5   K. von Clausewitz, De la guerre, Paris, 1955, livre VIII, pp. 708-10.
          6   Le tabelle I e IV pubblicate in M. Kaldor, New and old wars: organized violence in a global era, Stanford,
              1999, offrono, la prima, un quadro della evoluzione delle guerre dal XVII secolo ad oggi che mette in
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