Page 15 - L'Italia in Guerra. Il secondo anno 1941 - Cinquant'anni dopo l'entrata dell'Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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L'EVOLUZIONE POLITICO-MILITARE
DEL FRONTE BALCANICO NEL 1941
FRANCESCO GUIDA
111941 fu per i Balcani un anno di svolta. La Iugoslavia, dopo essere
giunta per vie travagliate all'adesione al Patto Tripa·rtito, fu sconvolta dal
colpo di Stato militare del generale Simovié, sostenuto dall'Inghilterra, e
dal blitzkrieg tedesco. Il risultato fu la spartizione dello Stato. La Romania
già dagli ultimi mesi del 1940 ospitava sul proprio territorio notevoli con-
tingenti tedeschi che aumentarono nel1941 (nello spirito dell'adesione di
Bucarest al Patto Tripartito), aumento cui seguirono la rottura delle rela-
zioni diplomatiche e successivamente la dichiarazione di guerra alle Po-
tenze alleate.
La Bulgaria a lungo riuscì a non impegnarsi con le Potenze dell'Asse,
ma il1 ° marzo 1941 aderì al Patto Tripartito e consentì l'ingresso dell'E-
sercito germanico sul proprio territorio in funzione antiellenica e antiiu-
goslava. La Turchia, nonostante le opposte pressioni, poté conservare una
linea politica sufficientemente autonoma, improntata a quella neutralità
che non era riuscita a far valere anche per gli altri Stati membri della de-
funta Intesa balcanica. Fu tuttavia anche per Ankara l'anno in cui più
prossimo parve l'intervento in guerra e insieme maggiore fu la condiscen-
denza verso Berlino (più che verso Roma) a scapito della tradizionale al-
leanza con Londra.
Gli ultimi due Paesi balcanici (o del Sudest europeo), cioè Albania
e Grecia, erano il primo inesistente come Stato (l) e il secondo impegnato
(l) Sull'Albania si veda la recente monografia di R. Morozzo della Rocca, Nazione e reli-
gione in Albania (1920-1944), Bologna 1990.
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