Page 16 - L'Italia in Guerra. Il secondo anno 1941 - Cinquant'anni dopo l'entrata dell'Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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nel conflitto con l'Italia. Tale conflitto rappresenta forse l'elemento di mag-
giore continuità tra il 1940 e 1941 per l'area considerata. Per la notevole
familiarità degli studiosi italiani con tali vicende < 2 > ho preferito tralasciare
di parlarne; mi limito solo a ricordare che i primi mesi del 1941 furono
decisivi per l'esito del conflitto italo-greco, dopo il lungo stallo susseguito
agli entusiasmi italiani della prima ora. Nel gennaio morì il dittatoreJoannis
Metaxas, il quale aveva saputo condurre con saggezza il Paese di fronte
all'aggressione italiana: per non provocare l'intervento tedesco aveva chiesto
all'Inghilterra di non fare sbarcare un Corpo di spedizione sul continente,
ma di limitarsi a un sostegno per mare e per terra (sostegno che fu, come
è noto, estremamente efficace per intercettare i trasporti italiani e colpire
a Taranto la nostra flotta). Il nuovo leader Alexandros Koryzis non fu al-
trettanto prudente, forse convinto che comunque la Wehrmacht sarebbe ve-
nuta in soccorso dell'alleato in difficoltà. La sua scelta e lo sbarco di truppe
inglesi (solo 58.000 upmini di cui 35.000 combattenti invece dei 100.000
promessi) contribuirono a far decidere Berlino. L'intervento germanico
attraverso la Iugoslavia e la Bulgaria, procrastinato a causa delle pessime
condizioni meteorologiche invernali e anche per le esitazioni del Governo
di Sofia, si rivelò un colpo mortale per le deboli difese greche, essendo
impegnato il grosso dell'Esercito ellenico contro le Forze ~rmate italiane.
Nulla poté il contingente britannico operante in terra greca, che dovette
reimbarcarsi in tutta fretta verso Creta e poi verso Alessandria d'Egitto.
Determinante era stato il dissenso strategico tra i Comandi inglesi e quelli
ellenici. Il 18 aprile Koryzis si suicidò. Invano il suo successore Emma-
nuel Tsouderos cercò di continuare la lotta. Già il 20 il generale Giorgios
Tsolakoglu firmò un primo armistizio e il 2 3 aprile fu siglato l'armistizio
definitivo (il terzo, di fatto, per consentire al generale Perrero di firmarlo
da vincitore accanto al tedesco Jodl) mentre con gli inglesi si imbarcarono il
Re, il Governo ellenico e truppe ad esso fedeli. Il Paese rimase in regime di
occupazione attuato dagli Eserciti tedesco e italiano, nonché da quello bulga-
ro nel settore Nordorientale O>. In tale modo la Bulgaria otteneva - sen-
za aver dovuto combattere - ancor più del promesso sbocco al Mare Egeo.
Molta acqua era passata sotto i ponti della Struma e della Marica,
i fiumi che in quel mare sfociano, rispetto all'ottobre 1940, quando re
Boris oppose un garbato rifiuto ad Anfuso, recatosi a Sofia per invitare il
(2) M. M. Montanari, La Campagna di Grecia, Roma 1980.
(3) Si vedano M. Cervi, Storia della guerra di Grecia, Verona 1970; N. Svoronos, Storia
della Grecia moderna, Roma 1974; B. Jelavich, History of the Balkans, twentieth century,
Cambridge 1983.
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