Page 18 - L'Italia in Guerra. Il secondo anno 1941 - Cinquant'anni dopo l'entrata dell'Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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che avrebbe assunto il Governo turco.  Non è un caso  che  a un accordo
               tra Sofia  e Ankara si giunse quasi alla vigilia  dell'adesione del  Governo
               bulgaro al Patto Tripartito. Tale accordo turco-bulgaro ebbe una difficile
               preparazione.  Da parte del ministro  degli  Esteri turco  Siikrii  Saracoglu
               si  cercò di improntarlo a spirito di esplicita neutralità, con opportuni ri-
               chiami a precedenti comuni dichiarazioni; il ministro degli Esteri lvan Po-
               pov e il rappresentante bulgaro ad Ankara Kirov riuscirono invece a far
               accettare un impegno reciproco di  non aggressione  che  non significasse
               anche impegno verso terzi.  Il risultato ottenuto dalla diplomazia bulgara
               piacque a Mussolini, il quale avrebbe voluto che Sofia giungesse a un ac-
               cordo simile anche con Belgrado, da dove si era fatta più di un'avance ver-
               so il Governo bulgaro. Al riguardo, con maggiore razionalità si fece osser-
              vare da Berlino che  era inopportuno sollecitare un tale  accordo quando
               da tempo i Governi tedesco e italiano cercavano di concludere le proprie
              trattative  con il  reggente  Pavle  e ·con  il  Governo  Cvetkovié m.

                   A  prescindere dall'opinione del Duce e del  Fiihrer, e dei loro colla-
               boratori,  a Sofia  si  nutrivano molti  dubbi a  proposito delle  aperture di
              Belgrado.  Si  temeva  infatti  che  il  Governo  iugoslavo volesse  resuscitare
              un'intesa balcanica che fungesse da blocco dei neutrali. D'altronde- do-
              po che Berlino aveva consigliato di adottare una tattica dilatoria verso tali
              avances -  i governanti bulgari proprio negli ultimi giorni prima dell'ade-
               sione  al  Patto Tripartito (l  marzo)  presero a  temere  che  la  Iugoslavia
                                         0
               potesse con una più rapida adesione alle Potenze dell'Asse guadagnare meriti
               e compensi a scapito della Bulgaria < 8 l.  Non erano timori infondati. È noto
               come Hitler e Mussolini fossero  disposti a concedere Salonicco alla Iugo-
               slavia in cambio dell'adesione al Patto Tripartito e alla  smilitarizzazione
               della  costa  adriatica (9).  Fu  questo  timore  un  fattore  in  più  che  indusse
              Bogdan Filov a firmare a Vienna l'adesione al Patto e a consentire conte-
               stualmente l'ingresso dell'Esercito germanico a sud del Danubio per rea-
              lizzare la  cosiddetta Operazione "Marita". In pari data Ciano si affrettò
               a scrivere al Capo del Governo bulgaro per confermargli il suo impegno


               (7)  Documenti Diplomatici Italiani (in seguito DDI: se  non vi  è indicazione dell'anno
                  si  intende  1941),  nona  serie,  vol.  VI,  Roma  1986,  Magistrati  a  Ciano,  Sofia,  10,
                  11  e 17 gennaio; De Peppo a Ciano, Ankara,  15  gennaio; Magistrati a Mae, Sofia,
                  12  febbraio  (due  telegrammi).
               (8)  DDI, Magistrati a Mae, Sofia,  15  febbraio (due telegrammi). Sull'Intesa Balcanica,
                  pur con le  dovute cautele, si veda il vecchio libro di S.  Nava,  Processo  evolutivo  delle
                  relazioni fra  gli stati  balcanici  e medioorientali,  Firenze  1940, pp.  149-184.
               (9)  Si veda la nota 36; G. Perich, Mussolini nei Balcani, Milano 1966, p. 43; R. De Felice,
                  Mussolini  l'alleato,  1940-1945.  L'Italia in guerra,  t.  I,  Torino  1990, p.  327.


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