Page 23 - L'Italia in Guerra. Il secondo anno 1941 - Cinquant'anni dopo l'entrata dell'Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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Nonostante questi aspetti molto gravi, l'annessione di regioni che da
           sempre tutti i bulgari consideravano proprie fu  per il Governo di  Sofia
           un notevole successo, appena offuscato dalla dichiarazione di guerra, sim-
           bolica per il momento, all'Inghilterra e agli Stati Uniti (dicembre 1941).
           Essa era un atto dovuto verso l'Asse poiché l'Esercito bulgaro non parteci-
           pò all'operazione Barbarossa (né  Berlino lo  richiese)  mentre Sofia  ebbe
           motivi  di  contenzioso  con  Roma  per  il confine  tra  Macedonia  e  Alba-
           nia < 2 3>.  L'anno  sembrò  chiudersi  positivamente.
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                Il  6  ottobre  1940 Ion Antonescu,  il Conducator  dei romeni, e Mihai
           Antonescu,  Vicepresidente  del  Consiglio  e  Ministro  degli  Esteri,  si  pre-
           sentarono alla sfilata dei legionari della Guardia di Ferro in camicia ver-
           de.  Una scelta tattica, Una  soddisfazione data all'unico partito legale,  la
           cui  ideologia  formalmente  avrebbe  dovuto  ispirare  la  vita  dello  Stato
           nazional-legionario < 24>.  Ma ben presto il dissidio tra il dittatore militare
           e gli eredi di Codreanu si fece  evidente negli  eventi quotidiani e nelle se-
           dute del consiglio dei ministri. Secondo le  parole di Antonescu  ''tutta la
           parte politica spetta alla Legione.  Nel governo, però,  il partito non si mischia" < 2 5>.
                Un disegno, come è evidente, impossibile a realizzare.  Come poteva
           il partito disinteressarsi della trasformazione, ancora in corso, dello Stato
           secondo i principi della Guardia di Ferro? Ripetuti dunque i conflitti tra
           autorità dello Stato, a seconda se seguivano gli ordini del Governo (o me-
           glio di parte di esso), ovvero quelli di Horia Sima e dei suoi seguaci. An-
           tonescu invano cercò di convincere i suoi riottosi alleati che "la popolarità
           su  cui riposiamo  è come  un  cavallo  che potrebbe  sfuggirei da  sotto" < 2 6>.  Una po-
           polarità rinforzata dal mito delle persecuzioni che i legionari avevano do-
           vuto subire negli anni precedenti sino all'assassinio del loro capo storico,
           Corneliu Zelea Codreanu, ma che veniva ora diminuita dalle persecuzioni
           che i legionari infliggevano,  una volta giunti al  potere, ai loro avversari
           politici. L'assassinio di NicolaeJorga e di Virgil Madgearu furono gli epi-
           sodi  che  più  fecero  scalpore<m.  La  corda  all'inizio  del  1941  era  ormai


           (23)  lvi,  p.  257.
           (24)  Antonescu  maresalul Romaniei  si  r'asboaiele  de  reintre<>ire,  Venezia  1986.
                           '           '               o
           (25)  lvi,  p.  237.
           (26)  lvi,  p.  239.
           (27)  Ibidem;  su Jorga  si  veda  Nicolas  Iorga  l'homme  et  l'oettvre,  a  cura  di D.  M.  Pippidi,
               Bucarest  1972;  B.  Valota  Cavalloni,  Nicola  Iorga,  Napoli  1977 e  P.  Turlea,  Nico-
               lae  Iorga  in  viat,a politic'a  Romaniei,  Bucure~ti,  1991.  Di  Madgearu  si  ~eclano Rou-
               mani.~'s New  Economie  Policy,  London  1930 ed  Evolutia  economica  a  Romaniei  dup'a
               razboiul  mondial,  Bucure~ti 1940.       '



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