Page 5 - Dalla Battaglia d'arresto alla Vittoria - La storia e le emozioni attraverso le testimonianze dei protagonisti
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Presentazione











                 È        con  vero  piacere  che  presento  questo  volume  sulla  Grande  Guerra.


                          Molte sono le opere che, già a partire dai primissimi anni del primo
                      dopo guerra, hanno raccolto lettere e scritti degli uomini sul fronte
                    alle  loro  famiglie,  testimonianze  vive  e  spesso  toccanti.  Tuttavia  questo
                    volume apporta novità, poiché è una straordinaria antologia di differenti tipi
                    di comunicazione che tracciano un quadro di situazione emozionale.
                       Attraverso quelle testimonianze, a volte scritte nel momento stesso in cui
                    gli eventi avevano luogo altre dopo alcuni anni, il lettore sembra quasi vivere
                    in prima persona gli eventi drammatici o festosi, in ogni caso gloriosi, che
                    hanno coinvolto i nostri soldati. Le testimonianze raccolte in questo volume
                    ripercorrono nella prima parte uno dei momenti più drammatici e angosciosi
                    della  storia  nazionale,  quei  lunghi  interminabili  sessanta  giorni  successivi
                    alla rotta di Caporetto in cui l’esercito italiano parve sul punto di crollare di
                    fronte all’offensiva degli Imperi centrali e sembrò essere messa in pericolo
                    l’esistenza stessa della nazione dopo solo cinquanta anni di vita unitaria.
                      La  realtà  dei  numeri  illuminava  negli  ultimi  giorni  dell’ottobre  1917
                    una  situazione  disperata:  il  fronte  arretrato  di  150  chilometri  dalla  linea
                    dell’Isonzo,  40.000  militari  tra  morti  e  feriti,  280.000  prigionieri,  350.000
                    tra sbandati e disertori oltre a un’ingentissima perdita di armi, di mezzi di
                    trasporto,  di  materiale  bellico. Anche  la  nuova  linea  di  difesa  dal  Grappa
                    al  Piave  predisposta  dal  generale  Luigi  Cadorna  pareva  destinata  a  essere
                    travolta dalle forze nemiche: insufficienti le postazioni difensive e inadeguate
                    le dotazioni di uomini e di armi. Ma l’Italia rimase in piedi. Come emerge
                    dalle lettere e dalle memorie dei combattenti che sono qui presentate, dopo
                    l’iniziale disorientamento, le truppe italiane, pur ripiegando, continuarono a
                    combattere con straordinario spirito di sacrificio: si manifestarono intrepidi atti
                    di resistenza per contrastare palmo a palmo il terreno all’avanzata del nemico.
                       L’angoscia per il destino dei loro cari e gli ideali patriottici ispirarono questi
                    protagonisti/eroi  che  non  potevano  accettare  un’amputazione  dell’integrità
                    nazionale. E quando giunsero sul Grappa e sul Piave fino al mare Adriatico
                    si fermarono, perché più indietro non si poteva andare, più indietro c’era solo
                    la sconfitta. Quella “battaglia d’arresto”, quella resistenza a tutta oltranza;
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