Page 6 - Dalla Battaglia d'arresto alla Vittoria - La storia e le emozioni attraverso le testimonianze dei protagonisti
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morire sul posto, salvo ordini in contrario sono raccontate dalla voce dei tanti
protagonisti, dagli alpini come Paolo Monelli, dagli aviatori come Francesco
Baracca o dai marinai come Luigi Rizzo. Sono testimonianze diverse nella
forma del testo, nel linguaggio, nei sentimenti che esprimono, ma tutte sono
legate da un filo rosso: combattere sino alla vittoria. E davvero i militari
italiani non smisero più di combattere e si fermarono solo quando, come
narrano nell’ultima parte del libro Piero Calamandrei e Rino Alessi, poterono
finalmente, dopo quarantun mesi di sangue e di dolori, issare il tricolore nelle
due città simbolo della Grande Guerra, Trento e Trieste.
Ringrazio l’autore che ha curato la selezione dei testi con particolare
sensibilità e ha dimostrato, una volta di più, che l’italiano, a volte indolente e
distratto, spesso individualista, nel momento estremo della necessità tira fuori
il meglio di se stesso, affiorano energie nuove, riesce a fare squadra e così
raggiunge traguardi inimmaginabili per se stesso e l’opponente, che assiste,
incredulo, all’irrealizzabile che si realizza.
Concludo citando un aforisma di Eraclito che sintetizza perfettamente
la forza di volontà che ha sorretto i nostri soldati in quei momenti difficili:
Bisogna volere l’impossibile perché l’impossibile accada. Non mi rimane che
augurare buona lettura.
Capitano di Vascello Michele Spezzano
Capo dell’Ufficio Storico
dello Stato Maggiore della Difesa