Page 110 - Fiori della Pietraia - Invenzioni e Sviluppo delle tecnologie durante la Grande Guerra
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Nei pressi di Monte Mario a Roma se ne avviarono le espe-
               rienze concrete di utilizzo, seguite con stupore da nugoli di
               curiosi.  Venuto in qualche modo a conoscenza di quella
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               nuovissima tecnica di ripresa dall’alto, il mitico Giacomo Bo-
               ni,  grande archeologo e rinomato architetto, propose per
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               primo di avvalersene per intraprendere il rilevamento di al-
               cune zone di Roma di eccezionale interesse archeologico e
               artistico. Allo scopo già si era avvalso, intorno al 1898, duran-
               te le sue campagne di scavo del Foro Romano di riprese ae-
               ree, realizzate grazie a un singolare apparecchio fotografico
               montato su di uno strano cervo volante, più noto con il nome
               di ‘parakite’. Gli esiti di quelle riprese furono incoraggianti,
               tant’è che lo studioso ne divulgò le caratteristiche.  Di tale
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               inedita opportunità il Boni, infatti, dopo averne informato
               il Ministero, ne parlò pure con Giuseppe Fiorelli, allora re-
               sponsabile della Direzione Generale di Antichità e Belle Arti
               del Ministero della Pubblica Istruzione con alle spalle una
               lunga direzione agli Scavi di Pompei. Stando sempre al Boni,
               tra le altre cose gli avrebbe proposto di far fotografare gli sca-
               vi di Pompei da un’altezza di 1000 m, quando il sole avesse
               raggiunto un’inclinazione di 45°, eguagliando a quell’ora la
               lunghezza delle ombre l’altezza delle costruzioni.
                 Nel frattempo Boni, portando innanzi quelle sue esperien-
               ze sull’impiego della foto aerea zenitale in archeologia entrò in
               contatto con gli aerostieri del Genio e, nel 1899, se ne avval-
               se per ottenere le prime foto dall’alto del Foro Romano. Qual-
               che anno dopo, acquisita una discreta esperienza in materia di
               riprese archeologiche, é il comandante del reparto il ten. col.
               Maurizio Moris, a offrire la sua collaborazione al Ministero del-
               la Pubblica Istruzione, per operare il rilievo aereo di Pompei,
               realmente effettuato tra il 17 e il 27 agosto del 1910 con un pal-
               lone aerostatico e l’attrezzatura fotografica relativa. Il solleva-
               mento dell’aerostato era prodotto dall’idrogeno: non era l’unico
               gas più leggero dell’aria ma il più leggero fra tutti i similari, rien-

               37  Per ulteriori notizie in materia cfr. a. ChiusaNo, m. saporiti,
               Palloni, dirigibili ed aerei del Regio Esercito 1884-1923, Roma 1998,
               pp. 11-15.
               38  Sulla singolare figura di Giacomo Boni, cfr.  s.  CoNsolato,
               Giacomo Boni, il veggente del Palatino, in Politica Romana 6/2000-
               2004.
               39  Cfr. g. stefaNi, Il rilievo topofotografico di Pompei del 1910,
               in Studi di Aerotopofotografia Archeologica, in Archeologia Aerea 3,
               Salerno 2006, p. 15, nota 2.


               In alto: Carro di manovra del pallone con serventi addetti al verricello
               di recupero
               In basso: L’archeologo ed architetto Giacomo Boni
               Alla pagina a destra: Il Foro Romano ed il Palatino ripresi dal pallone




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