Page 110 - I 100 anni dell'elmetto italiano 1915-2015 - Storia del copricapo nazionale da combattimento
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110 I 100 ANNI DELL’ELMETTO ITALIANO 1915 - 2015
Due artiglieri con fregio del 1925 sull’elmetto modello 16
I fregi metallici
Durante la Grande Guerra si era evitato l’uso di forare gli elmetti, per preservarne la solidità
balistica. Una volta conclusa la guerra, era giunto il momento invece di sfoggiare le glorie di
reparto. Esigenze squisitamente coreografiche, per le tante occasioni celebrative, comportarono
la regolamentazione della fregistica metallica d’arma o di specialità. Infatti nei primi anni di
pace essa iniziò in forma spontanea a diffondersi sulle calotte metalliche dei reduci. Come in
numerosi casi simili (passati o futuri) soprattutto molti ufficiali si fecero blandire anche qui dal-
la moda del fuori ordinanza. Probabilmente a imitazione delle nascenti formazioni paramilitari,
si iniziò ad abbellire il proprio elmetto anche con distintivi da berretto o similari.
Per rendere la cosa non troppo arbitraria, si arrivò dunque alla già citata circolare 614 del
1920, in cui si precisò la descrizione della varietà di fregi per gli elmetti. Essi, rispettando le
tradizionali metallerie argentate o dorate, venivano fissati nella parte frontale:
«Il fregio per l’elmetto è di metallo ossidato per tutti e porta il numero del reggimento o la
croce, o il distintivo speciale, in metallo dorato o bianco, secondo l’arma o corpo. Gli ufficiali
delle direzioni e dei comandi porteranno il fregio della specialità da cui provengono. Aeronau-
tica: il fregio del berretto e dell’elmetto degli ufficiali delle armi combattenti, organicamente
assegnati ai comandi e servizi dell’arma aeronautica è costituito da due ali spiegate e da una
ancora sormontata da corona. […Per i generali] sull’elmetto il fregio è ossidato, al pari dei
distintivi di grado.

