Page 143 - I 100 anni dell'elmetto italiano 1915-2015 - Storia del copricapo nazionale da combattimento
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ANNI TRENTA 143
Modello 31 dalle illustrazioni del Giornale Militare
Modello 33
La laboriosità di realizzazione e il costo eccessivo del modello 31 spinse le autorità compe-
tenti a sviluppare altri studi, per arrivare a un prodotto nazionale più pratico ed economico. Non
a caso i manuali per gli allievi ufficiali di complemento, ancora fino al 1934 e senza nessun ri-
ferimento nell’accluso Atlante delle illustrazioni, fermavano lo stato dell’arte in fatto di elmetti
all’esperienza della Grande Guerra:
«Malgrado i progressi della siderurgia, non è stato possibile allestire dei mezzi di protezione
individuale resistenti alla penetrazione dei proiettili di fucileria e al tempo stesso leggeri, in
modo da potersi portare per lungo tempo, senza esaurire le forze del soldato o togliergli quella
spigliatezza necessaria in combattimento per superare facilmente ostacoli ed eseguire gli sbalzi
con celerità. Durante la guerra europea […] gli elmetti si resero indispensabili per proteggere il
capo dalle pallette degli shrapnels, dalle piccole scheggie, e dalle piccole pietre proiettate dallo
scoppio delle granate. Si ebbero così, nell’ultima guerra, vari tipi di elmi, tra essi i migliori
sono: il tedesco, alquanto pesante, ma avente forma ben appropriata,
per cui offre buona protezione; e il tipo francese Lippmann
Modello 33 dalle illustrazioni del Giornale Militare

