Page 382 - Il Generale Giuseppe GARIBALDI
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                      Il von Kettler, impressionato dalla resistenza dei garibaldini, tentò di in-
                   durre Garibaldi a rinunciare alla lotta, ricorrendo al puerile mezzo dell’inti-
                   midazione e, munito di salvacondotto un notaio di Messigny, dove egli ave-
                   va posto il quartiere generale, lo inviò a Digione perché facesse comprendere
                   all’Eroe l’inutilità di resistere al nuovo attacco che il Kettler, avendo ricevuto
                   rinforzi importanti, avrebbe sferrato l’indomani.
                      Il notaio fu introdotto dal generale che in quel momento riposava. Gari-
                   baldi preso in mano il salvacondotto e fissato il malaccorto messo con lo
                   sguardo leonino, esclamò:
                      «Ebbene, Signore, tutto questo è quello che dovete dirmi?».
                      «Sì, generale!».
                      «Potete ripartire per non mancare alla vostra parola. Dite a colui che vi ha
                   dato questo salvacondotto, che io l’aspetto e che, se non verrà, andrò io stes-
                   so a cercarlo!».
                      E rivoltosi al Bordone aggiunse: «Generale, fatelo accompagnare agli
                   avamposti». Ed agli altri ufficiali presenti: «voi potete andare a dormire!».
                      Risposta degna di un Garibaldi!
                      Il 22 von Kettler, ritentò l’attacco in direzione di Talant e di Fontaine, ma
                   giudicando le forze nemiche prevalenti e la conseguente impossibilità di aver
                   ragione di esse, sospese il combattimento in attesa di precisare meglio lo
                   schieramento dei garibaldini ed, intanto, riportò le sue truppe con un movi-
                   mento di fianco verso est, dove avrebbe potuto trovare nei villaggi migliori con-
                   dizioni di alloggiamento e maggiori risorse, costretto, come era, a vivere quasi
                   esclusivamente sul paese. L’Armata dei Vosgi non disturbò il movimento del
                   Kettler. L’indomani, 23, la Brigata del Kettler marciava su Digione e verso le
                   11, senza ostacoli, giungeva alla masseria di Valmy sulla strada di Ahuy e vi
                   prendeva posizione.
                      Dai prigionieri e dagli abitanti, il Kettler aveva saputo che da Digione
                   l’Armata dei Vosgi era già in ritirata su Auxonne e queste notizie, unite all’i-
                   nattività del nemico nel giorno precedente, confermarono il sospetto che ef-
                   fettivamente tale movimento si fosse iniziato. E poiché egli riteneva della
                   massima importanza ai fini generali delle operazioni di impedire all’Armata
                   dei Vosgi di sottrarsi alla sua azione, decise nel pomeriggio di marciare su Di-
                   gione per la strada di Langres.
                      Alle 1,30 pomeridiane un battaglione d’avanguardia si avanza sulle alture
                   coltivate a vigneti che sovrastano da nord Pouilly, scaccia gli avamposti gari-
                   baldini costituiti dai mobili di Saòne-et-Loire, mentre le batterie bombarda-
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