Page 377 - Il Generale Giuseppe GARIBALDI
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LA CAMPAGNA DI FRANCIA 1870 - 1871 359
rata, che s’iniziò nel mattino del 18 e di essa ebbe notizie, come si è detto, al-
la sera dello stesso giorno il Manteuffel.
La difesa di Digione. - Garibaldi riceveva il 14 dal Freycinet il seguente te-
legramma: «Sebbene sia mio vivo desiderio che portiate il vostro quartier ge-
nerale più a nord, vi prego di non lasciare Digione prima che ci mettiamo
d’accordo per telegrafo sulla nuova posizione da occupare», telegramma, que-
sto, di importanza capitale perché legava l’Armata dei Vosgi a Digione ed
escludeva, almeno per il momento, ogni azione in campo aperto.
Un altro telegramma del de Serres precisava come fosse compito dell’Ar-
mata dei Vosgi arrestare e respingere le colonne prussiane che si fossero, per
le strade di Vitteaux e di Flavigny, dirette su Digione.
Il telegramma del Freycinet del 14, è bene tener presente, non fu mai an-
nullato, sì che Garibaldi potè giustamente considerarlo come l’ordine peren-
torio di limitare la propria attività alla difesa della città. Si comprende, quin-
di, come il 16, alla richiesta di inviare truppe dell’Armata a Gray per difen-
dere quella città, rivoltagli dal Bombonnels, Garibaldi abbia risposto: «Se de-
vo difendere Digione, non posso mandare truppe a Gray».
In conseguenza del nuovo compito, Garibaldi, il 16 gennaio, dislocava le
proprie forze come segue:
a
- l Brigata a Fontaine-le-Dijon con distaccamenti avanzati a Val-Suzon, a
Pasques, a Prenois, Darois e Hauteville;
a
- 3 Brigata a Talant, con distaccamenti a Flavigny, Velars, Sombernon,
Plombières;
- tutte le altre truppe nell’interno della piazzaforte.
a
La 4 Brigata, Ricciotti, era appena rientrata a Digione ed aveva bisogno
di riordinarsi; in quei giorni furono ad essa aggregati altri sei gruppi di fran-
chi tiratori ed una compagnia di mitragliatrici.
La linea di osservazione stabilita da Garibaldi rispondeva al mandato affi-
datogli, ridotto oramai alla difesa materiale di Digione; le notizie che da essa
gli pervenivano erano chiare e precise e non lasciavano alcun dubbio sulla gra-
vità della situazione: numerose e forti colonne nemiche delle tre armi a po-
che diecine di chilometri si avanzavano a ventaglio a nord e a ovest della piaz-
za; un complesso valutato a 50-60.000 uomini che come una valanga proce-
deva verso est.
Garibaldi era di pessimo umore. Abituato all’azione rapida, a condurre le
operazioni con quella decisione che egli giustamente considerava il fonda-

