Page 378 - Il Generale Giuseppe GARIBALDI
P. 378
impag. Libro garib CISM 19-02-2008 13:12 Pagina 360
360 IL GENERALE GIUSEPPE GARIBALDI
mento primo del buon successo, si vedeva costretto all’immobilità e proprio
in un momento tanto critico per le operazioni in corso nell’est, delle quali,
però, egli non conosceva l’andamento esatto. Impotente, per la sproporzione
esistente tra le sue forze e quelle nemiche con le quali era oramai a contatto -
II e VII Corpo prussiani - a contrastare i progressi di questi ed obbligato dal
governo di Tours a difendere Digione a tutti i costi; contrariato dalla perdita
della Brigata Lobbia che si era fatta bloccare, per incapacità, in Langres insie-
me a 2 squadroni, che riduceva sempre più l’aliquota già debole degli elemen-
ti combattivi della sua Armata; non potendo avere alcuna fiducia nelle mi-
gliaia di mobilisés che ne facevano parte, in maggioranza mal disposti a servi-
re ai suoi ordini, Garibaldi deplorava l’incomprensione dei dirigenti di Tours
per averlo lasciato a Digione, ignorando le vere necessità della situazione del
momento.
La sua proposta d’impiegare l’Armata dei Vosgi là dove per le sue attitudi-
ni poteva avere razionale ed utile impiego, nella regione dei Vosgi sulle retro-
vie nemiche, dove non avrebbe avuto di fronte che truppe di seconda linea,
era rimasta inascoltata. I dirigenti della condotta della guerra continuavano a
conservare l’illusione che organismi improvvisati di franchi tiratori e di mo-
bilisés potessero vantaggiosamente lottare in campo aperto contro poderose
Armate regolari. Gli avvenimenti del novembre e, più ancora del dicembre,
avrebbero dovuto insegnare qualche cosa al riguardo e decidere i dirigenti del-
le sorti della Francia ad impiegare secondo le peculiari attitudini tali elemen-
ti e non mantenerli in un ambiente assolutamente inadatto alle loro possibi-
lità operative, assegnando loro missioni inattuabili come quella di arrestare la
marcia di una intera Armata prussiana.
Posta in siffatte condizioni, l’Armata dei Vosgi poco o nulla di utile pote-
va fare contro l’Armata del Manteuffel; eppure quei dirigenti non esitavano
ad incolpare Garibaldi di inazione poiché, secondo loro, egli avrebbe dovuto
affrontare il Manteuffel. Malgrado ciò, Garibaldi non volle rimanere in quel-
l’attesa snervante e tanto contraria al suo temperamento ed il 19 ordinò una
ricognizione in forze su Is-sur-Tille dove era stata segnalata una forte colon-
na prussiana.
Tutti gli elementi veramente combattivi, circa 6000 uomini, furono riuni-
ti e su tre colonne, delle quali la centrale era la più forte - due Brigate e l’ar-
tiglieria - e con la 4 Brigata in avanguardia marciarono rispettivamente su
a
Til-Châtel, Is-sur-Tille e Messigny.

