Page 378 - Il Generale Giuseppe GARIBALDI
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                   mento primo del buon successo, si vedeva costretto all’immobilità e proprio
                   in un momento tanto critico per le operazioni in corso nell’est, delle quali,
                   però, egli non conosceva l’andamento esatto. Impotente, per la sproporzione
                   esistente tra le sue forze e quelle nemiche con le quali era oramai a contatto -
                   II e VII Corpo prussiani - a contrastare i progressi di questi ed obbligato dal
                   governo di Tours a difendere Digione a tutti i costi; contrariato dalla perdita
                   della Brigata Lobbia che si era fatta bloccare, per incapacità, in Langres insie-
                   me a 2 squadroni, che riduceva sempre più l’aliquota già debole degli elemen-
                   ti combattivi della sua Armata; non potendo avere alcuna fiducia nelle mi-
                   gliaia di mobilisés che ne facevano parte, in maggioranza mal disposti a servi-
                   re ai suoi ordini, Garibaldi deplorava l’incomprensione dei dirigenti di Tours
                   per averlo lasciato a Digione, ignorando le vere necessità della situazione del
                   momento.
                      La sua proposta d’impiegare l’Armata dei Vosgi là dove per le sue attitudi-
                   ni poteva avere razionale ed utile impiego, nella regione dei Vosgi sulle retro-
                   vie nemiche, dove non avrebbe avuto di fronte che truppe di seconda linea,
                   era rimasta inascoltata. I dirigenti della condotta della guerra continuavano a
                   conservare l’illusione che organismi improvvisati di franchi tiratori e di mo-
                   bilisés potessero vantaggiosamente lottare in campo aperto contro poderose
                   Armate regolari. Gli avvenimenti del novembre e, più ancora del dicembre,
                   avrebbero dovuto insegnare qualche cosa al riguardo e decidere i dirigenti del-
                   le sorti della Francia ad impiegare secondo le peculiari attitudini tali elemen-
                   ti e non mantenerli in un ambiente assolutamente inadatto alle loro possibi-
                   lità operative, assegnando loro missioni inattuabili come quella di arrestare la
                   marcia di una intera Armata prussiana.
                      Posta in siffatte condizioni, l’Armata dei Vosgi poco o nulla di utile pote-
                   va fare contro l’Armata del Manteuffel; eppure quei dirigenti non esitavano
                   ad incolpare Garibaldi di inazione poiché, secondo loro, egli avrebbe dovuto
                   affrontare il Manteuffel. Malgrado ciò, Garibaldi non volle rimanere in quel-
                   l’attesa snervante e tanto contraria al suo temperamento ed il 19 ordinò una
                   ricognizione in forze su Is-sur-Tille dove era stata segnalata una forte colon-
                   na prussiana.
                      Tutti gli elementi veramente combattivi, circa 6000 uomini, furono riuni-
                   ti e su tre colonne, delle quali la centrale era la più forte - due Brigate e l’ar-
                   tiglieria - e con la 4 Brigata in avanguardia marciarono rispettivamente su
                                      a
                   Til-Châtel, Is-sur-Tille e Messigny.
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