Page 374 - Il Generale Giuseppe GARIBALDI
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                   dei franchi tiratori andava sempre più restringendosi e la guerriglia non era
                   più possibile.
                      «Le brigate garibaldine, dopo avere ancora per qualche giorno tenuto il
                   contatto con l’Armata di Manteuffel, si ridussero, intorno al 12 gennaio, a
                   Digione dove, sino dal 6, si era stabilito Garibaldi con i mobilisés.
                      Soltanto il Lobbia non riuscì a raggiungere quella piazza, perché tagliato
                   fuori mentre eseguiva la puntata su Langres fu costretto a rinchiudersi in que-
                   sta fortezza, dove rimase sino al termine della guerra.


                      La manovra del Bourbaki. - Quale era, intanto, la situazione sul fronte del-
                   l’Armata del Bourbaki?
                      Il Werder, in seguito alla sorprendente notizia che a nord del Doubs sosta-
                   vano imponenti masse francesi, il 6 gennaio, iniziava il movimento di ritira-
                   ta, in conseguenza delle nuove direttive ricevute dal Moltke che gli ordinava-
                   no di coprire ad ogni costo l’assedio di Belfort e, alla sera dell’8, concentrava
                   il grosso delle sue truppe attorno a Vesoul. Informato che i Francesi si trova-
                   no presso Villersexel, egli metteva immediatamente in marcia per la strada di
                   Lure le sue truppe per interporsi tra il nemico e Belfort.
                      Data la scarsa attività del Bourbaki, tale marcia di fianco non presentava
                   alcun pericolo.
                      Questi, il 6, aveva abbandonata la direzione di Vesoul e piegato ad est ver-
                   so Villersexel, spostandosi di pochi chilometri; si era arrestato il 7 per atten-
                   dere che sbarcasse il XV Corpo; né maggiore celerità imprimeva al movimen-
                   to il giorno dopo, che passò per l’Armata in completa immobilità. Gli ordini
                   per il 9 prevedevano uno spostamento dei vari corpi di circa 10 km.: una par-
                   te del XVIII doveva occupare Villersexel. Il Bourbaki, così agendo, non sem-
                   brava affatto preoccuparsi della minaccia che incombeva sulle sue comunica-
                   zioni né della possibilità che le forze nemiche segnalate ad ovest della Saône
                   potessero nel frattempo raggiungere e rinforzare Werder.
                      Per lui le truppe di Garibaldi a Digione bastavano alla bisogna e riteneva
                   persino superflua la presenza del Crémer presso tale piazza, tanto che lo ave-
                   va chiamato a Gray.
                      Comunque, la incomprensibile lentezza del movimento dava al Werder la
                   possibilità di contromanovrare. Questi, infatti, ebbe tutto il tempo di ricono-
                   scere la situazione dei Francesi e quando, l’8 gennaio, fu sicuro che difficil-
                   mente l’avrebbero prevenuto a Belfort, anziché accelerare il proprio movi-
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