Page 374 - Il Generale Giuseppe GARIBALDI
P. 374
impag. Libro garib CISM 19-02-2008 13:12 Pagina 356
356 IL GENERALE GIUSEPPE GARIBALDI
dei franchi tiratori andava sempre più restringendosi e la guerriglia non era
più possibile.
«Le brigate garibaldine, dopo avere ancora per qualche giorno tenuto il
contatto con l’Armata di Manteuffel, si ridussero, intorno al 12 gennaio, a
Digione dove, sino dal 6, si era stabilito Garibaldi con i mobilisés.
Soltanto il Lobbia non riuscì a raggiungere quella piazza, perché tagliato
fuori mentre eseguiva la puntata su Langres fu costretto a rinchiudersi in que-
sta fortezza, dove rimase sino al termine della guerra.
La manovra del Bourbaki. - Quale era, intanto, la situazione sul fronte del-
l’Armata del Bourbaki?
Il Werder, in seguito alla sorprendente notizia che a nord del Doubs sosta-
vano imponenti masse francesi, il 6 gennaio, iniziava il movimento di ritira-
ta, in conseguenza delle nuove direttive ricevute dal Moltke che gli ordinava-
no di coprire ad ogni costo l’assedio di Belfort e, alla sera dell’8, concentrava
il grosso delle sue truppe attorno a Vesoul. Informato che i Francesi si trova-
no presso Villersexel, egli metteva immediatamente in marcia per la strada di
Lure le sue truppe per interporsi tra il nemico e Belfort.
Data la scarsa attività del Bourbaki, tale marcia di fianco non presentava
alcun pericolo.
Questi, il 6, aveva abbandonata la direzione di Vesoul e piegato ad est ver-
so Villersexel, spostandosi di pochi chilometri; si era arrestato il 7 per atten-
dere che sbarcasse il XV Corpo; né maggiore celerità imprimeva al movimen-
to il giorno dopo, che passò per l’Armata in completa immobilità. Gli ordini
per il 9 prevedevano uno spostamento dei vari corpi di circa 10 km.: una par-
te del XVIII doveva occupare Villersexel. Il Bourbaki, così agendo, non sem-
brava affatto preoccuparsi della minaccia che incombeva sulle sue comunica-
zioni né della possibilità che le forze nemiche segnalate ad ovest della Saône
potessero nel frattempo raggiungere e rinforzare Werder.
Per lui le truppe di Garibaldi a Digione bastavano alla bisogna e riteneva
persino superflua la presenza del Crémer presso tale piazza, tanto che lo ave-
va chiamato a Gray.
Comunque, la incomprensibile lentezza del movimento dava al Werder la
possibilità di contromanovrare. Questi, infatti, ebbe tutto il tempo di ricono-
scere la situazione dei Francesi e quando, l’8 gennaio, fu sicuro che difficil-
mente l’avrebbero prevenuto a Belfort, anziché accelerare il proprio movi-