Page 369 - Il Generale Giuseppe GARIBALDI
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impag. Libro garib CISM  19-02-2008  13:12  Pagina 351








                                          LA CAMPAGNA DI FRANCIA 1870 - 1871              351




                      te difensiva, intesa a coprire il fianco sinistro del Bourbaki. Questi intendeva
                      puntare dal Doubs su Vesoul per battere Werder, prima dell’arrivo in suo soc-
                      corso del VII Corpo dello Zastrow, già segnalato a Tonnerre. Dei movimen-
                      ti di quest’ultimo si sapeva ben poco; anzi il Gambetta riteneva poco proba-
                      bile che esso marciasse su Digione in aiuto del XIV Corpo.
                         Nel campo avverso, sino al 26 dicembre Moltke, come si è accennato, ri-
                      tenne che i Francesi volessero ritentare un’offensiva su Parigi con la Armata
                      da Montargis su Fontainebleau, pur avendo avuto notizia di importanti tra-
                      sporti ferroviari nel bacino della Saône e da Lione verso Besançon, ma che ri-
                      teneva si trattasse di mobilisés provenienti dal sud, forse diretti a Belfort. Un
                      primo dubbio sorse in Moltke nei giorni seguenti, ma tosto sparì in seguito
                      alle notizie rassicuranti che gli inviava il Werder e, soprattutto, in seguito agli
                      avvenimenti che stavano svolgendosi sul fronte del VII Corpo nella regione Au-
                      xerre - Châtillon-sur-Seine, avvenimenti che riguardavano l’Armata dei Vosgi.
                         Garibaldi per assolvere il compito affidatogli dal Freycinet non intendeva,
                      come era suo costume, rimanere in un’attitudine passiva ed attendere che il
                      nemico si presentasse per agire; egli voleva prendere contatto con esso, sorve-
                      gliarne le mosse per intuirne le intenzioni e disturbarlo possibilmente con
                      inattese ed audaci puntate sulle sue comunicazioni.
                         Una missione siffatta, da compiersi a qualche centinaio di chilometri da
                      Autun, e che richiedeva arditezza, spirito d’iniziativa e resistenza nelle trup-
                      pe, in condizioni di clima rigidissime - la temperatura in quei giorni era di-
                      scesa a 18° sotto lo zero - non poteva effettuarsi a massa nè essere affidata ai
                      mobilisés, che in gran parte erano ancora sprovvisti di cappotti e che non ave-
                      vano né spirito, né qualità militari; ma ad elementi di fiducia: ai franchi tira-
                      tori ed ai volontari italiani. Esclusi i mobilisés dalle Brigate, il resto condotto
                      dal Bosak, dal Lobbia - che aveva sostituito il Delpech - da Menotti e da Ric-
                      ciotti, costituì numerosi distaccamenti mobili che si spinsero a ventaglio ad
                      ovest ed a nord-ovest di Autun.
                         Il compito più ardito Garibaldi l’affidò a Ricciotti che doveva spingersi si-
                      no ad Auxerre e Tonnerre; inviò il Lobbia verso Langres; il Bosak verso Se-
                      mur; Menotti restò a copertura della base di Autun.
                         Ricciotti parte il 23 dicembre con 1200 uomini e giunge a sera a Château-
                      Chinon compiendo una marcia difficile sotto la bufera di neve che l’immo-
                      bilizza in quel luogo per due giorni. Il 26, egli si sposta a Clamecy, ma avver-
                      tito che i Prussiani marciano verso Courson vi accorre il 27; ivi ha luogo sol-
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