Page 365 - Il Generale Giuseppe GARIBALDI
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impag. Libro garib CISM  19-02-2008  13:12  Pagina 347








                                          LA CAMPAGNA DI FRANCIA 1870 - 1871              347




                         Non era escluso che i Francesi in secondo tempo potessero passare il Re-
                      no ed invadere il Baden, portando così la guerra nel territorio nemico.
                         Il disegno piacque al Freycinet ed al Gambetta, anzi per un momento il
                      ministro pensò di affidarne l’esecuzione a Garibaldi, ma quest’idea morì sul
                      nascere poiché Gambetta, come esplicitamente aveva dichiarato, non avreb-
                      be mai dato il comando di una Armata regolare all’«italiano» e non avrebbe
                      mai messo agli ordini di lui generali francesi. Comunque, l’idea di Garibaldi
                      ispirò il disegno concretato qualche giorno dopo dal Freycinet, come ora si dirà.
                         Il 18 dicembre, il Freycinet inviava al Gambetta una lettera nella quale era-
                      no formulate le linee generali di tale suo disegno di operazioni nell’est. Dal-
                      la 1ª Armata operante sulla Loira dovevano trarsi i Corpi XVIII e XX e tra-
                      sportarli a Beaune; rinforzate da Garibaldi e dal Crémer, tali forze si sarebbe-
                      ro dovute impadronire di Digione, mentre il Bressolles da Lione per ferrovia,
                      raggiunto Besançon e tratti 15- 20.000 uomini da quella guarnigione, avreb-
                      be marciato su Belfort per sbloccarla. In secondo tempo la massa francese
                      avrebbe dovuto tagliare la linea di comunicazione dei Prussiani con il Reno;
                      ma non era detto in che modo ed in quale direzione, dopo presa Digione,
                      quella massa avrebbe dovuto agire.
                         Comunque, nell’idea del Freycinet l’azione sulle comunicazioni e lo sbloc-
                      co di Belfort costituivano un unico obiettivo mentre, in realtà, erano opera-
                      zioni ben distinte ed inconciliabili e se si volevano conciliare, data l’attrazio-
                      ne che in quell’epoca esercitavano le piazzeforti sui generali francesi, si corre-
                      va il rischio di vedere l’intera massa eseguire un movimento obliquo da Di-
                      gione a Belfort quasi parallelo alla linea di comunicazione prussiana che si vo-
                      leva tagliare, con la probabilità di subire una minaccia sul fianco e sulle co-
                      municazioni della massa francese per effetto dell’immancabile pronta reazio-
                      ne del nemico.
                         Il de Serres, fiduciario del Freycinet, si recò subito a Bourges presso il ge-
                      nerale Bourbaki per esporgli il disegno suddetto ed invitarlo ed accettare il
                      comando della nuova Armata. Il generale fece obiezioni, discusse ed accettò,
                      a patto, però, che egli venisse rinforzato da 100.000 mobili tratti dalle pro-
                      vincie del mezzogiorno e che a Besançon si concentrassero 39 giornate di vi-
                      veri e munizioni. Ma pare che il de Serres abbia, nell’esporre il disegno del
                      Freycinet, modificato sostanzialmente l’idea direttrice di esso; nel senso, che
                      l’Armata protetta sul fianco sinistro dalle truppe di Garibaldi e del Crémer
                      avrebbe dovuto rimontare la valle della Saône, sbloccare Belfort strada facen-
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