Page 360 - Il Generale Giuseppe GARIBALDI
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impag. Libro garib CISM  19-02-2008  13:12  Pagina 342








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                   dere la marcia in colonna serrata, baionetta in canna, e proseguire su Digio-
                   ne: in testa i cacciatori genovesi; la legione italiana del Tanara, i franchi tira-
                   tori delle Brigate Menotti e Ricciotti in avanguardia: 1500 uomini circa; a
                   poche centinaia di metri più indietro seguiva il grosso, costituito con i batta-
                   glioni mobili delle Alpi Marittime, delle Basse Alpi e dei Bassi Pirenei.
                      Garibaldi, dopo 13 ore che è a cavallo, per caso trova una piccola vettura
                   da contadini e vi monta. Ritto in essa, assiste allo sfilamento dell’avanguardia
                   animando con la voce i soldati; poi la segue.
                      Improvvisamente, all’altezza di Hauteville, la colonna si arresta; poche fu-
                   cilate, ripresa del movimento, nuovo arresto qualche decina di minuti dopo,
                   altra ripresa della marcia nell’oscurità fitta ed impressionante.
                      Gli avamposti badesi, sorpresi, si sono rapidamente ritirati su Daix.
                      All’ingresso nelle prime case di Daix, l’avanguardia è accolta da un nutri-
                   tissimo fuoco di fucileria; i reparti di testa si lanciano all’assalto, ma sono fer-
                   mati da successive scariche. È il battaglione di rincalzo badese che, su 4 righe,
                   rinforzato dagli avamposti ripiegatisi da Hauteville sbarra la strada eseguen-
                   do salve di battaglione appoggiate da tiri a mitraglia dei pezzi.
                      Di fronte alla insuperabile resistenza dei Badesi, Ricciotti, d’accordo con
                   gli altri comandanti, decide la ritirata e ne informa Garibaldi; ma, nel frat-
                   tempo e per effetto delle ultime scariche di fucileria e di mitraglia, i battaglio-
                   ni mobili, che ammassati sulla strada dietro l’avanguardia hanno ricevuto dei
                   colpi, presi da panico si sbandano rifluendo indietro. Garibaldi tenta con gli
                   ufficiali del suo Stato Maggiore di rimettere la calma; ma ogni tentativo rie-
                   sce vano: quella massa, sorda a qualsiasi richiamo, indietreggia in pieno disor-
                   dine su Darois ed oltre.
                      Non vi era nulla da fare: con la morte nel cuore, Garibaldi confermò l’or-
                   dine all’avanguardia di retrocedere e, nella stessa notte, tutta la colonna rigua-
                   dagnò Lantenay.
                      Fu dato ordine alla 2 brigata di tenere Ancey e Pasques; al 42° reggimen-
                                         a
                   to dei mobili dell’Aveyron - forte di 2400 uomini inviato a rincalzo dal Lob-
                   bia e già giunto a Lantenay - di prendere posizione avanti al villaggio a destra
                   della 2 Brigata; a tutte le altre truppe di continuare il movimento di ritirata
                         a
                                                                            a
                   su Arnay al mattino dopo per riordinarsi. Il 42° mobili e la 2 Brigata dove-
                   vano coprire il movimento; ma con sorpresa di Garibaldi, durante la notte,
                   comandante e reggimento spariscono, meno qualche compagnia. Con simili
                   truppe ogni idea di rimanere in campo era assurda e Garibaldi lo comprese
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