Page 362 - Il Generale Giuseppe GARIBALDI
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                   zione di Lione. Dal punto di vista morale, poi, l’attacco di Digione obbliga-
                   va tanto il Werder, quanto il Comando Supremo tedesco ad una maggiore
                   considerazione verso l’Armata dei Vosgi e li induceva ad aumentare le forze
                   destinate alla sicurezza delle comunicazioni.
                      Non basta: l’offensiva di Garibaldi rivela al Gambetta ed al Freycinet l’u-
                   tilità ed i vantaggi di un’azione contro le retrovie tedesche operando nell’est.
                   È dunque lecito affermare che in essa deve ricercarsi il germe della spedizio-
                   ne Bourbaki e l’abbandono dell’illusione che Parigi si potesse liberare soltan-
                   to con un’azione diretta dall’ovest. L’idea di agire sulle retrovie prussiane del-
                   l’est si fa appunto strada in quei giorni ed a confortarla interviene ancora una
                   volta, come si dirà, l’autorevole consenso di Garibaldi.

                      Il combattimento di Nuits. - L’Armata dei Vosgi, dopo l’azione del 26 no-
                   vembre, si ricostituiva e si completava in Autun sia pure stentatamente ed in
                   mezzo a difficoltà di ogni genere. Garibaldi, di fronte alle penose condizioni
                   in cui si trovavano le truppe ed alla lentezza dei provvedimenti governativi,
                   spediva nelle province agenti per fare incetta di armi e di oggetti di vestiario,
                   mentre faceva eseguire lavori di fortificazione attorno ad Autun per metterla
                   al coperto da un improvviso prevedibile attacco del nemico.
                      Sino al 18 dicembre questa opera di riordinamento e di organizzazione
                   non fu interrotta da operazioni militari. Erano avvenute frattanto intese fra
                   Garibaldi, Crémer, Bressolles e Pellissier ed, il 12, a Chalon i quattro genera-
                   li si erano riuniti a conferenza per concretare un programma di azione, ma
                   non si concluse nulla, perché i generali francesi volevano ripetere l’attacco di
                   Digione facendovi concorrere concentricamente tutte le forze. Garibaldi giu-
                   stamente espresse parere contrario: sia perchè il nemico oramai si poteva dif-
                   ficilmente sorprendere; sia, dopo l’esperimento fatto, perchè nessun affida-
                   mento si poteva fare sulle qualità combattive dei mobilisés che costituivano i
                   4/5 di quella massa; sia, infine, perché una battaglia in campo aperto contro
                   le forze del Werder, oramai riunite ed aumentate per l’arrivo di nuove unità
                   e largamente provviste di artiglieria, era da ritenersi impossibile. L’Armata dei
                   Vosgi, del resto, era ancora in piena riorganizzazione e di essa si poteva fare
                   pieno assegnamento soltanto su 1250 uomini per la 1ª Brigata, su 1500 per
                   la 2 , su 2800 per la 3 e su 2500 per la 4 . L’artiglieria, costituita di elemen-
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                   ti che non avevano mai sparato, si componeva di due batterie da 4 da cam-
                   pagna e di una da montagna e la cavalleria era rappresentata da circa 200 ca-
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