Page 364 - Il Generale Giuseppe GARIBALDI
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                   preciso; soltanto notizie vaghe, contraddittorie e spesso allarmanti segnalava-
                   no movimento di numerose e forti colonne in direzione di Tonnerre e Auxerre.
                      Ed, invero, la situazione da quella parte si faceva seria. Dopo la sconfitta
                   del d’Aurelle de Paladines ad Orléans, Federico Carlo aveva preso l’offensiva
                   in direzione di Nevers e Bourges; il VII Corpo proveniente da Metz era stato
                   concentrato a Châtillon per coprire le comunicazioni del principe Federico
                   Carlo e per dare eventualmente la mano al Werder in caso di una sempre te-
                   muta offensiva delle truppe francesi dell’est; Belfort era investita.
                      II generale Moltke riteneva che i Francesi intendessero ancora una volta
                   marciare su Parigi per Montargis e tale fu per un momento l’intenzione del
                   Gambetta; ordinava quindi al VII Corpo di occupare Auxerre rinforzandolo,
                   toglieva inoltre il II Corpo dall’assedio per riunirlo al VII. Ma il progetto
                   francese di agire da Montargis su Fontainebleau, il 19 dicembre veniva ab-
                   bandonato ed il Gambetta volgeva il suo pensiero al teatro orientale delle
                   operazioni, nel quale era possibile, minacciando le linee di comunicazione del
                   nemico con la madrepatria, costringerlo a levare l’assedio alla capitale.




                   LA GRANDE OFFENSIVA FRANCESE NELL’EST

                      Il disegno delle operazioni. - Garibaldi, l’8 dicembre, inviava a Bordeaux il
                   suo capo di S.M. colonnello Bordone perché esponesse al ministro della guer-
                   ra Freycinet un disegno secondo il quale egli riteneva si potesse operare effi-
                   cacemente nell’est. Garibaldi aveva in quel momento 16.000 uomini ai suoi
                   ordini. Con queste forze, convenientemente rinforzate dalle truppe del gene-
                   rale Crémer che avrebbero dovuto esser poste agli ordini di Garibaldi, da al-
                   tri reggimenti di mobilisés e di marcia ed appoggiate da sufficiente quantità di
                   artiglieria, in modo di portare l’Armata a circa 40.000 uomini, si sarebbe do-
                   vuto costituire un sistema di copertura dal pianoro di Langres ai Vosgi.
                      Un’Armata di nuova costituzione, della quale avrebbero dovuto far parte
                   le migliori e più solide truppe degli eserciti francesi in campo, appoggiata da
                   una formidabile artiglieria, avrebbe dovuto marciare verso nord da Digione,
                   da Gray e da Vesoul per rioccupare la regione dei Vosgi e tagliare le comuni-
                   cazioni tra gli eserciti prussiani operanti a Parigi ed il Reno. Era prevedibile
                   che per effetto di tale manovra, che ricordava quella di Napoleone I nel 1814,
                   i Prussiani avrebbero tolto l’assedio di Parigi e di Belfort.
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