Page 293 - Il Regio Esercito e i suoi archivi - Una storia di tutela e salvaguardia della memoria contemporanea
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Cenni sui Criteri di gestione doCumentaria nel regio eserCito 293
I. Le disposizioni generali per la formazione, tenuta e
utilizzo delle carte
Lo spoglio a campione degli atti ufficiali e delle pubblicazioni edite dal
Ministero della guerra e dall’organo di vertice del Regio esercito ha evidenziato
la presenza di rigorose disposizioni che testimoniano l’attenzione da parte delle
autorità centrali nei confronti della funzione «documentaria», la cui uniformità
viene riconosciuta e indicata come essenziale per l’efficiente svolgimento del la-
voro in quanto facilitava «il più celere disbrigo degli affari» ed evitava la «perdita
di tempo e ritardi nel servizio (…) e quei disordini che conseguono quando non
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osservate da tutti uguali pratiche» .
La nostra analisi dei «modelli» sulla gestione delle carte inizia da quello dise-
gnato dall’Istruzione sul modo di tenere e classificare il carteggio per parte dei
comandi e servizi dipendenti dal Ministero della guerra, emanata nel dicembre
1871 dal ministro Cesare Ricotti, composta da 44 articoli e da 5 allegati relativi
allo schema di classificazione d’archivio, alla struttura del registro di protocollo
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e agli elementi costitutivi di alcune tipologie documentarie e della coperta ester-
na del fascicolo; allegati inseriti come esempi al fine di supportare gli uffici e i
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servizi nelle loro attività archivistiche .
In caso di particolare consistenza del carteggio prodotto da un «servizio», la
gestione dell’archivio corrente doveva essere affidata ai singoli «uffici» , ognuno
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dei quali aveva un «protocollo particolare» ; poteva poi essere suddivisa per
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Circolare Ministero della guerra, Direzione generale, Ufficio intendenza, 18 apr. 1860, n.
22, a firma del ministro Manfredo Fanti, indirizzata a tutti gli uffici dipendenti, ai corpi e
agli enti militari, con la quale si richiama «la stretta osservanza delle norme stabilite pel
carteggio ufficiale», in «Giornale militare», (1860), dispensa 14 , pp. 389-392.
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2 Per i caratteri «intrinseci» ed «estrinseci» della documentazione contemporanea cfr. P.
CaruCCi, Il documento contemporaneo. Diplomatica e criteri di edizione, Roma, NIS-La
nuova Italia scientifica, 1987 (Beni culturali, 1), in part. pp. 98-127; [M. GuerCio], 1, Ge-
stione dei documenti archivistici in ambiente digitale, in id., Archivistica informatica. I
documenti in ambiente digitale, Roma, Carocci, 2010 (Beni culturali, 36), pp. 19-37.
3 a
«Giornale militare», (1871), dispensa 65 , pp. 1062-1089.
4 Per i corpi di truppa e i distretti militari l’istruzione dava disposizioni anche in merito al
numero di uffici: «uno del comando e maggiorità con a capo l’aiutante maggiore in 1ª, e
quello d’amministrazione, (comprendente le sezioni della direzione dei conti, del magaz-
zino o massa, e della matricola) del quale è capo il relatore».
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Inoltre, si prevedeva anche l’utilizzo di «protocolli separati», proponendo, come esempio,

