Page 531 - Il Regio Esercito e i suoi archivi - Una storia di tutela e salvaguardia della memoria contemporanea
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ti . Questo riconoscimento trova un’ulteriore conferma nella l. 7 mar. 2001, n. 78,
che assegna all’Ufficio storico dell’Esercito un ruolo centrale tra le istituzioni indi-
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viduate per la salvaguardia e la valorizzazione degli archivi della Grande guerra .
La tutela e la conservazione delle carte prodotte dall’Esercito e una loro
migliore fruizione sono i principali obiettivi che, da qualche anno, l’Ufficio sto-
rico sta perseguendo attraverso un’azione di ampio respiro, in collaborazione con
l’amministrazione archivistica e con il mondo accademico.
Per la realizzazione di questo piano l’Ufficio ha avviato una serie di attività
quali il riordinamento e l’inventariazione dei fondi conservati, secondo una cor-
retta metodologia archivistica che ha restituito (e restituirà) ai nuclei documenta-
ri, almeno «sulla carta», le configurazioni originarie; la pubblicazione, dal 2001,
di un periodico, il «Bollettino dell’Archivio dell’Ufficio storico», dedicato esclu-
sivamente alla divulgazione di censimenti, guide, elenchi e inventari dei fondi
dell’Ufficio storico e di archivi di interesse militare custoditi in altri istituti. Oltre
a ciò, per rispondere a nuovi e inediti interrogativi storiografici e alle esigenze
degli studiosi che, per comprendere pienamente le vicende delle istituzioni mili-
tari e il loro effettivo ruolo nella storia del Paese, richiedono lo studio della
documentazione prodotta nello svolgimento delle funzioni non solo «primarie»
(operative) ma anche «secondarie» (amministrative), l’Ufficio ha esteso la sua
politica di acquisizione anche a carte precedentemente non considerate per la
48 Vale la pena sottolineare alcuni punti contraddittori contenuti nel dispositivo del 1999, de-
rivanti dall’uso ambiguo della definizione di «documentazione militare e operativa». In-
fatti, tale specifica sembra da una parte superflua, in quanto tutti i documenti prodotti da
enti militari sono di per sé «militari», dall’altra limitativa poiché sembra escludere quelli
di carattere «amministrativo». In quest’ultimo caso vorrebbe dire che per le carte «ammi-
nistrative» dell’Area tecnico-operativa della Difesa si prevede il versamento agli Archivi
di Stato competenti. Sulla presenza degli archivi storici militari nella normativa di caratte-
re primario cfr. G. silenGo, Note sui rapporti tra Archivi di Stato e uffici militari, in «Ras-
segna degli Archivi di Stato», XXIX (1969), 3, pp. 771-774; f. PusCeddu, Qualche altra
considerazione sugli archivi militari, in «Rassegna degli Archivi di Stato», XXX (1970),
2, pp. 412-417; e. lodolini, Norme sugli archivi storici militari nella recente legislazione,
in «Bollettino dell’Archivio dell’Ufficio storico», IV (2004), 7-8, pp. 291-300; s. trani,
Gli archivi degli uffici storici e dei musei delle Forze armate: appunti per una discussio-
ne, in «Le Carte e la Storia», XII (2006), 1, pp. 40-47; id., Uffici storici e musei militari:
formazione, conservazione e fruizione, in Ministero della difesa, CoMMissione italiana
di storia Militare, Archivi, biblioteche…cit., pp. 20-31; f. Carbone, Gli interventi norma-
tivi…cit., pp. 207-222; e. lodolini, L’ingresso dell’archivistica negli archivi storici mili-
tari, in Ministero della difesa, CoMMissione italiana di storia Militare, Archivistica mi-
litare…cit., pp. 9-48.
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d. ravenna-G. severini, Il patrimonio storico della Grande guerra. Commento alla leg-
ge 7 marzo 2001, n. 78, con introduzione di a. MontiCone, Udine, Paolo Gaspari editore,
2001.

