Page 527 - Il Regio Esercito e i suoi archivi - Una storia di tutela e salvaguardia della memoria contemporanea
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Sui primi possiamo solo osservare che non sono riusciti, ad oggi, ad adeguare
il loro profilo e i loro compiti originari di conservazione e diffusione della
memoria custodita al mutamento del contesto socio-culturale e alle spinte inno-
vative che hanno caratterizzato il concetto di «bene museografico» e gli strumen-
ti per la sua valorizzazione. Il che ha destinato, salvo rare eccezioni, al «silenzio»
il loro prezioso patrimonio documentario, su cui abbiamo fornito esempi narran-
do le vicende dei tre musei scelti come campione significativo; circostanza che
colpisce perché rende difficoltosi, spesso impossibili, l’accesso e la fruizione di
un tassello importante della memoria nazionale.
Un discorso diverso si deve fare, invece, per l’Ufficio storico. Focalizzando
l’attenzione al settore di nostro interesse, quello degli archivi, l’Ufficio, già
all’indomani della proclamazione del regime repubblicano, proseguiva la sua
azione di recupero delle carte ancora custodite dagli enti produttori e consegna-
tari o, ancora, conservate da militari (o dai loro eredi) che avevano esercitato
funzioni di comando di grandi unità (o ricoperto incarichi equivalenti). Ne è un
esempio la circolare n. 43 del 1950, emanata dallo Stato maggiore dell’Esercito,
finalizzata al censimento e alla successiva acquisizione dei carteggi di «interesse
storico», prodotti sia in tempo di pace che durante la Seconda guerra mondiale .
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Negli anni del secondo dopoguerra, caratterizzati da un acceso dibattito sulle
responsabilità di una guerra mal preparata e peggio condotta, l’Ufficio riusciva a
superare la «tentazione di rinchiudersi in se stesso (…), limitando la propria
attività esterna all’occasionale edizione di qualche volume celebrativo» . Conti-
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nuava, così, a curare quella rete di relazioni con il mondo «laico» e, anzi, appro-
fondiva i rapporti e il confronto proprio con personalità della comunità archivi-
stica, a partire dal primo convegno di storia militare, organizzato dal Ministero
della difesa e tenutosi a Roma nel 1969. L’iniziativa annoverava tra i membri del
Comitato organizzatore Leopoldo Sandri, allora sovrintendente dell’Archivio
centrale dello Stato, e tra i suoi obiettivi c’era quello di favorire la «compilazio-
ne di una guida o catalogo generale del patrimonio storico militare esistente
41 Circolare Stato maggiore dell’Esercito, Ufficio storico, Disposizioni varie. Norme per il
censimento, il riordinamento e la conservazione del carteggio di guerra e di pace, di inte-
resse storico, 11 gen. 1950, n. 43, a firma del ministro per la Difesa [Randolfo] Pacciardi,
a
in «Giornale militare ufficiale» del Ministero della difesa-Esercito, (1950), dispensa 2 , pp.
64-66. Una trascrizione della disposizione in f. Carbone, Gli interventi normativi sul co-
dice dei beni culturali e del paesaggio: l’ingresso degli uffici storici dello Stato maggiore
della Difesa e del Comando generale dell’Arma dei carabinieri - alcune considerazioni,
in «Bollettino dell’Archivio dell’Ufficio storico», IX (2009), 17-18, pp. 220-222.
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o. bovio, Alberto M. Ghisalberti e l’Ufficio storico dell’Esercito, in «Rassegna storica del
Risorgimento», LXXIII (1986), 4 (n. mon.: In memoria di Alberto M. Ghisalberti), p. 482.