Page 137 - Il Controllo del Territorio - da Federico II di Svevia all'Arma dei Carabinieri
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estremamente significativa della storia delle fortificazioni,   4.4. L’Impero degli Hohenstaufen
               scarseggiano gli incontrovertibili riscontri materiali, poiché:
               «per quanto riguarda […] i castelli che vanno sotto il nome   Nel frattempo, estintasi la dinastia sassone, subentrò in
               di “normanni”, possiamo precisare che si tratta, per la quasi   Europa centrale con Corrado II pronipote di Ottone I per li-
               totalità dei casi, di attribuzioni destituite da ogni fondamen-  nea femminile, la dinastia salica, che si protrasse fino al 1125
               to, dovute, forse, alla grande suggestione che l’avventura   con altri tre imperatori, dei quali l’ultimo fu Enrico V (1081-
               normanna, protrattasi nel tempo determinò nelle tradizioni   1125), che regnò tra il 1106 e il 1125. Dopo la sua morte,
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               popolari».  Il perché di tale carenza di sopravvivenze deve   quando la successione ereditaria sembrava ormai definiti-
               ricercarsi più che nella scarsità originaria di tali costruzioni,   vamente attecchita anche in Germania, quella elettiva ebbe
               nella loro sistematica riqualificazione in epoca sveva, con-  un vigoroso ritorno, portando al trono Lotario di Suplim-
               servando anche a distanza di un secolo, a differenza degli   burgo (1075-1137), strettamente imparentato con la famiglia
               elementari dongioni, ancora notevoli potenzialità difensi-  dei Welf, da cui i Guelfi, prefererito a Federico di Svevia, a
               ve e valenze strategiche. Dalla sovrapposizione sulla stessa   sua volta consanguineo del defunto imperatore, nonché suo
               costruzione, spesso talmente ravvicinata cronologicamente   esecutore testamentario ed erede dei possedimenti priva-
               che le medesime maestranze lavorarono sotto entrambe le   ti. Come prevedibile quest’ultimo, spalleggiato dal fratello
               dinastie, derivò una particolare architettura militare signifi-  Corrado, non accettò passivamente la designazione e im-
               cativamente definita normanno-sveva. Di certo: «i Norman-  pugnò le armi contro l’eletto in una guerra spietata che si
               ni eressero fortificazioni anche più grandi [dei dongioni],   concluse, nella sua prima fase, con il successo di Lotario.
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               come a Melfi , dove sorse una costruzione a quattro torri,   Le ostilità però non cessarono, sebbene per lungo tempo
               naturalmente di forma ancora molto irregolare»  e, altret-  nessuna delle due casate disponesse delle forze sufficien-
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               tanto naturalmente, dissoltasi nel castello federiciano.  ti a eliminare definitivamente quella rivale. Ancora dopo
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                                                                       rico di Svevia, quel tragico stallo permase immutato, con i
               23   L. SANTORO, Tipologia..., cit., p. 107.            Sassoni fortemente attaccati al partito guelfo e altrettanto
               24   G. LENZI, Il castello di Melfi e la sua costruzione, Roma 1935, pp. 53-9.  irriducibilmente ostili agli Svevi.
               25   C. A. WILLEMSEN, D. ODENTHAL, Puglia terra dei Normanni e degli   Nel 1142, finalmente, tra le opposte fazioni fu raggiunto
               Svevi, Bari 1978, p. 13.                                una sorta di accordo per impedire il protrarsi delle ostilità
               Nella pagina a fianco: in alto, miniatura medievale raffigurante Papa Ur-
               bano II consacra l’altare del monastero di Cluny; in basso, l’arco a ogiva.  fratricide che in pratica soltanto l’ascesa al trono nel 1152 di
               In alto e nelle pagine seguenti: il Krak dei Cavalieri, fortezza militare di   Federico I (1122-1190), più noto come Barbarossa, valse a
               epoca crociata, situata nei pressi di Homs, in Siria.



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