Page 136 - Il Controllo del Territorio - da Federico II di Svevia all'Arma dei Carabinieri
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precedenti, da quelle ebraiche, fenicie e romane a
                                                                                    quelle bizantine e arabe, che adattarono o riedifi-
                                                                                    carono seguendone l’andamento della cerchia con
                                                                                    torri sporgenti agli angoli e lungo la cortina […]
                                                                                    [inoltre] sappiamo con certezza che i crociati, così
                                                                                    come gli Arabi si servirono di ingegneri militari bi-
                                                                                    zantini e armeni. 22

                                                                                    Si trattò, comunque, di un grandioso adde-
                                                                                 stramento che per la molteplicità delle suggestio-
                                                                                 ni e per l’impellenza dei bisogni tattici dovette
                                                                                 formare un considerevole numero di speciali-
                                                                                 sti in particolare fra i Normanni. Non a caso,
                                                                                 con l’avvento del XII secolo i riferimenti delle
                                                                                 fonti a dei castelli propriamente detti divengo-
                                                                                 no ricorrenti. Purtroppo, anche di questa fase



                                                                                 22   G. LANGE,  Architettura delle Crociate in Palestina,
                                                                                 Como 1965, pp. 90-1.

               iniziato a predicare la necessità di indirizzare la guerra san-
               ta a Oriente, per liberare dai Musulmani la mitica Gerusa-
               lemme. Nella primavera seguente la grande orda si mise in
               moto senza alcuna precisa meta se non quella di raggiun-
               gere via terra la biblica città, che nel 1099 fu atrocemente
               espugnata. Pochi anni dopo, con il rientro dei tanti reduci,
               iniziarono pure ad affluire le informazioni sulla cultura degli
               orientali, sulle loro modalità belliche, sulle loro fortificazioni
               e, soprattutto, sui modernissimi castelli appena ultimati in
               Terrasanta per radicare la conquista. Va evidenziato che tra i
               probabili suggerimenti colti nel settore dell’architettura mi-
               litare, non vi furono soltanto quelli relativi alle fortificazioni,
               da intendersi come configurazione planimetrica e criterio
               funzionale, ma anche e forse soprattutto, quelli inerenti le
               tecniche costruttive. Tra queste spicca l’introduzione dell’ar-
               co policentrico o a ogiva, che determinerà nell’ambito reli-
               gioso le cattedrali gotiche e in quello militare i castelli fede-
               riciani. In entrambi la predilezione accordata all’esasperata
               verticalità vuoi per motivazioni teologiche, avvicinando em-
               blematicamente al cielo gli edifici sacri, vuoi per dinamiche
               difensive, incrementando l’altezza per la difesa piombante in
               quelli militari. È difficile comunque valutare

                  quanto i costruttori di castelli crociati abbiano derivato effetti-
                  vamente dalle forme orientali e quanto invece sia frutto di una
                  logica e naturale evoluzione interna, determinata dalla necessità
                  di fronteggiare ostacoli e pericoli incombenti […][di sicuro] i
                  primi insediamenti militari crociati utilizzarono fortificazioni



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