Page 186 - L'ITALIA DEL DOPOGUERRA - L'Italia nel nuovo quadro Internazionale. La ripresa (1947-1956)
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L 'ITAUA E LE ORIGINI DELIA IBlZA GUEIIRA MOND!Al.E   175

            Nell'aprile del 1950 si tenne a Mosca  una riunione in cui la fatale decisio-
         ne di auaccare la  Corea del Sud  fu  presa. Sralin  sapeva  benissìmo che dò
         pot.eva  condurre alla  guerra generale: ma egli era conviniO  in  primo luogo
         che gli Stati Uniti •avessero paura della guerra•; in secondo luogo sapeva che
         essi nel 1949 avevano ritirato le loro truppe dalla Corea meridionale; in terzo
         luogo era sicuro che in caso di conflitto totale la Cina vi sarebbe stata trasci-
         nata e  costretta quindi a  stringersi all'Unione Sovietica della cui potenza m.W-
         tare non avrebbe potuto fare a meno; infatti, a  proposito della guerra generale,
         egli avrebbe poi scritto: "Dobbiamo temere dò? Secondo me,  non dobbiamo
        . perché insieme siamo più forti che gli Stati  Uniti  e  la  Gran Bretagna .. Se la
                                                          .
         guerra è  inevitabìle, che avvenga ora" C36)_
            Questa decisione di Stalin dell'aprile  1950 è  di estrema importanza, per-
         ché essa segnò la fine, per così dire, della fase "prebellica" e  inaugurò di fatto
         la  tena guerra mondiale,  il terzo confronto globale del  nostro  tr:Jvagliato
         secolo. Se si esamina a fondo la questione, si po!rà condudere che la ·guerra
         fredda" d  fu, e  cominciò in Polonia:  ma terminò di fatto nell'aprile del 1950,
         cioè nel momento in cui la  terz:J guerra mondiale ebbe inizio.
            Togliatti, il quale (come  ìl  rislretto  gruppo dei  fedelissimi  di  Stalio)  era
         certamente Stato posto al  correme degli eventi perché prendesse le opportu-
         ne misure,  lascìò  trasparire questa  sua  conoscenza  quando in un  discorso
         della primavera 1950 si lasciò sfuggire che si avvicinavano "quei mesi estivi in
         cui scoppiano le guerre". La  prospettiva era chiarn, anche se aJ  momento ben
         pochi se ne resero conto.
            Ma  le cose andarono diversamente. Gli Stati  Uniti seppero unire la  fer-
         mezza alla  prudenza  e  mantennero il  loro  intervento limitato  nello spa7jo
         senza cadere nella  provocazione; anche l'uso della  te.rribile arma  nucleare fu
         eviwo, al  costo di sostituire il vittorioso generale Douglas MacArthur che ne
         precooizzava l'utilizzazione. Gli Stati Uniti  però quadruplicarono il loro bilan-
         cio militare; consentirono l'entrata della  Germani:~ Occidentale ne.lla  NATO  e
         si prepararono insomma a  condurre il conflitto con la massima  energia con-
         sentita dalla strettoia nucleare.
            Contr.ariamente  ai  pensieri (e  forse  ai  timori)  di Togliatti,  l'ltaJi:l  ebbe in
         questa prima fase del terzo confliuo mondLale un ruolo secondario, di retrovìa
         Ancora  lontani  erano i  tempi  in cui il conflitto si sarebbe spostato  nel
         Mediterraneo, con l'!merven10 delle for?.e n.avall sovietiche, con l'appoggio mUl-
         tare di massa a  regimi autori.tari  e semifascisti quali l'Egitto nasseriano, la Libia
         o l'Etiopia di Menghistu, ecc. e infane con lo scate.namento dell'offensiva terrori-
         stica che avrebbe  f:mo scorrere il sangue anche  neUe  nostre strade. Tutto ciò
         era in grembo al futuro: nel 1950 la terza guerra mondiale era appena iniziata.
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