Page 182 - L'ITALIA DEL DOPOGUERRA - L'Italia nel nuovo quadro Internazionale. La ripresa (1947-1956)
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L'ITAI.L\ ! U! ORIGINI DI!UA TERZA GUEIUIA MONDIAU! 171
intuito che la minaccia della forza ~ un fanore di guerra tanto quantO l'uso
dlreno di essa; e che è quanto mal rozzo credere che un confliuo (speci:llmen-
te un conflitto globale, avente come posta il destino del mondo) si debba
combanere unicamente mediante l'urto direno: (11) ed in effetti nella terza
guerra mondiale, resosi impossibile l'urto tOiale, non sarebbero mancati gli
scontri sanguinosi, dilli:~ Corea all'Angola, al Vlelnam, al Como d'Africa, al
Nlcaragua sino al fasti tragici del terrorismo. Stalin aveva. perfeWimente com-
preso quanto cll artificiale vi fosse nella formula dausewitziana secondo cui la
guerra è la continuazione della politica con mezzi cllfferentl; ora per lui valeva
il totale (e genlale) rovesciamento dell'espressione: era la politica che sarebbe
stam la continuazione della guerra con mezzi differenti C12). Si può dire che in
questa formula sta rutta l'essenza della strategia globale del ventesimo secolo,
tuWI la base strategica di quella che ho definito la ten.a guerra mondiale.
Di fronte a tale condotta, le potenze occidentali commisero iniZialmente
un errore cll gravissime conseguenze: esse, ci~, si Dlusero di poter trattare
con Stalln nello stile o!tocemesco dei rapporti tra potenze. Cosi la Gran
Bremgnn si convinse di poter ristabilire nell'Europa postbellica quell'equilibrio
delle potenze che era 1.1'2di7.ionale e che le era caro, mentre l'Unione Sovietica
voleva l'egemonJa sul continente; cosl gli Stad Uniti commisero a Yalta l'errcr
re fondamentale di dichiarare che le loro forze annate non sarebbero rimaste
in Europa piìl cll due anni dopo la fine del connitto <m, cosa che poi sarebbe-
ro stati costretti a rimanglarsi. Proprio mentre l capi sovietici erano convinti
che la guerra con l'occidente fosse inevitabile (t~l.
E così siamo giunti ai paesi occidenmli ed all'Italia. Apparentemente,
Stalin non fece alcuna opposizione alla politica degli Alleati in Italia: In realtd,
il maggior biografo del dittatore sovietico, Il generale Dmilri Volkogonov, sulla
base dei documenti segreti del Cremlino ora venuti parzialmente alla luce,
mostra come egli ritenesse una presa del potere in Italia dll pane dl un -rron-
te" (ovviamente a direzione comunlsta) come una concreta possibllitd <m.
Ma come? Non ceno con U rozzo sistema usato oel tentativo greco 06>. le
istruzioni date da Stalln a Palmiro Togliani quando egli lo inviò in Italia erano
ben chiare: in base a rtali direttive fu compiuta la famosa •svolta di Salerno•,
che, sia deao per inciso, l comunisti italiani tentarono di accreditare sottoban-
co come una fonnl!lazlone origìnale di Togli:uti - addirittura un gesto di indi·
pendenZA dll Stalin (del quale Invece Togliaui cr.a un fedele eseC\Jtore di ordi-
ni) - mentte U dittatore sovietico aveva egli steSSO formulato tale linea m>.
il primo passo di questa offensiva verso l paesi su C\Ji l'Unione Sovietica
Intendeva Inizialmente estendert: il proprio dominiO o la propria egemonia
era stato compiuto tempo prima, apparentemente in direzione contraria; si
era trau:ato cioè dello scioglimento del Comintern, il 15 maggio 1943 (qu:nndo
la vinoria cominciava ad arridere alle armate sovietiche e la disfatlll di Hitler

