Page 185 - L'ITALIA DEL DOPOGUERRA - L'Italia nel nuovo quadro Internazionale. La ripresa (1947-1956)
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Su questa questione della "pace" un chiarimento è richiesto. Cenamente
sappiamo da più testimoni che SraUn riteneva inevitabile a più o meno breve
scadenza la guerra generale contro i paesi occidentali <29>. Tuttavia per ora
occorreva attendere (anche in vista del momento in cui si sarebbe pareggiato
l'arsenale atomico americano, momento che venne solo nel_ 1949) <3°>.
Tuttavia Stalin non aveva minimamente rinunciato al suo sistema favorito
delle "rivoluzioni dall'alto": quando in un paese i comunisti avessero preso il
potere mediante un colpo dì stato, l'appoggio politico e militare sovietico
sarebbe stato loro garantito; naturalmente conservando la "pace".
A proposito di tale politica "pacifista", si può qui ricordare come
Clausewitz l'avesse già definita e giudicata oltre un secolo prima: l'aggressore,
egli scriveva, è sempre "pacifista". Infatti, "se noi pensiamo filosoficamente
all'origine della guerra, Il concetto specifico di essa non nasce con l'attacco,
poiché questo a per fine non tanro la lotta, quanto la presa di possesso. Esso
nasce con la difesa, poiché quest'ultima ha per fine immediato la lotta, in
quanto difendersi e loaare sono una sola cosa" <31l.
Ma tutta la campagna "per la pace" non era in realtà, da parte sovietica c
comunista, altro che un atto di guerra: non per nulla un autorevole teorico
militare sovietico avrebbe scritto che "i marxisti, pur sostenendo i movimemi
pacifisti e antibellicisti guidati da sinceri difensori della pace, devono indivi-
duare e spiegare quanto sia dannosa la loro posìzione teorica (e in molti casi
2
anche pol.itlca)" <3 >. E ancora: "la lotta (anche armata e violenta) contro il
capitalismo deve continuare con rinnovata energia sotto l'ombrello della
distensione" ... 03) Vien da pensare al mondo descritto da George Orwell in
1984, ove il "Ministero della Verità" distribuiva le menzogne propagandisti-
che, il "Ministero della Pace" si occupava della guerra e il "Ministero
dell'Amore", della più cruda repressione polìziesca.
Una svolta radicale nella politica sovietica avvenne dopo che, Il 29 ago-
sto 1949, l'URSS ebbe raggiunto la parità atomica con gli Stati Uniti e che i
comunisli cinesi ebbero vìnto la guerra civile instaurando a Pechino Il loro
governo. Stalin decise di rivolgere la sua attenzione all'Estremo Oriente. Egli
diffidava profondamente di Mao e dei comunisti cinesi C34) e riteneva giunto il
momento di impegola.rli in una qualche azione che li costringesse a dipende-
re strettamente dall'aiuto militare sovietico. Quando il dittatore jugoslavo Tito
aveva recalcitrato, Stalin gli aveva lanciato la •scomunica", che però era stata
senza effetto. Ora non ci si poteva permeuere di perdere anche la Cina. Pu
questa l'origine della sua decisione di scatenare il conOitto co.reano U;>.
Il primo passo fu l'invio del fedele Pavel Yudìn (che già aveva esercitato
la "supervisione" del Vl Congresso del Partito comunista italiano) a Pechino
come ambasc::iawre.

