Page 178 - L'ITALIA DEL DOPOGUERRA - L'Italia nel nuovo quadro Internazionale. La ripresa (1947-1956)
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Il MEZ.1.0GIOI!NO  DTTALIA  NEllA  RIC0Sl11UZIONE   167
         Comune Europeo,  il Mezzogiorno d'Italia continua a  rimanere  nettamente
         distanziato rispeno alle regioni oeotro-senentrionali in tuni gl'indicatori fonda-
         mentali,  né mancano comparti nei quali,  anzi,  il  rapporto Nord/Sud fa  regi-
         strare persino un peggioramento del secondo termine di paragone.
            Di li la  diffusa sfiducia nella capacità  progettuale e politica dello Stato, il
         perdurante senso di frustrazione e  rassegnazione dinnanzi al perdurare di  un
         quadro globalmente stagnante.

         Conclusioni
            Ci  sì  deve domandare,  a  quasi  mezzo secolo  da.ll'età qui sintetizzata,
         quanto abbiano pesato su  tale  scenario talune vicende  istltuzionalì  e  alcuni
         fattori  di politica estera e  militare dai risvolti sicuramente negativi. Pensiamo,
         per esempio,  alla perdita del  patrimonio  coloniale e  alla  rarefazione quasi
         senza residui  di  una cultura dei  rapporti  fra  11talia  e  l'altra  sponda  del
         Mediterraneo.  S'aggiunga  il  prlvilegiamento delle  regioni  settentrionali (e in
         ispecie nord-orientali) nei piani di difesa e  la  prolungata d~nenzionc per il
         ruolo del  Mezzogiorno nel ::.istema difensivo nazionale  (col  modesw correni·
         vo esercitato dall'insediamemo del Comando NATO a Napoli-Bagnoli).
            AJla  luce  di queste considerazioni. non  è  esagerato concludere che se
         l'Italia risultò sconfitta nella seconda guenra  mondiale - una sconfitta  ribadita
         duramente dal Trattato di  Paoe del  10  febbraio  1947 - le conseguenze più
         grevi  del  confliuo si  fecero  avvertire  e  prolungarono  la  loro  cupa  ombra
         soprattutto sulle regioni  che per prime erano state 'liberate' e  che  pertanto
         avrebbero potuto e dovuto avere in sorte un più rapido processo di ricostru-
         zione  e  di  decollo,  nel  quadro delle opportunità  prospettate dalle  Nazioni
         Unite. Vloeversa, quando finalmente le armi tacquero, le regioni senenlrionali,
         sino a  poco prima occupare dai germanid e dall'economia funzionale ai piani
         bellid del Terzo Reich,  recuperarono tempestivamente i  livelli  d'efficienza e
         produttività del 1938: anzi, in alcuni comparti, risulrarono persino più avanza-
         te, per l'effecro dell'incremento tecnologico Imposto dal bisogni beUicì.
            l venti mesi- daU'S settembre 1943 al maggio 1945- sono questo profùo
         non  furono  solo e  del tutto negativi  per  quella  parte deU'ltalia.  Per contro
         queUo scesso lungo periodo non venne debitameme utiliz.zato nelle  terre  già
         sotto piena SOVI'3Jlilà del Governo nazional.e. A conferma che può accadere di
         perdere una guerra  e,  subito dopo,  dl  perdere  anche  le  opportunitll  della
         pace.
            Un'ultima considerazione  s'impone  ove si voglia  cogliere appieno  il
         clima culturale e  politico entro il quale stenta a decollare una politica "per" il
         Mezzogiorno (mai ne venne prospettata una "del" Mezzogiorno).  Già  "Re~no
         del Sud", nel referendum istituzionale del 2-3 giugno 1946, le regioni me;idio-
         nali  si  pronunciano a  maggioranza  per  la  conserva.zione della  monarchia,
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