Page 177 - L'ITALIA DEL DOPOGUERRA - L'Italia nel nuovo quadro Internazionale. La ripresa (1947-1956)
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Oegge n. 634 del luglio 1957), che vede inquadrare la questione meridionale
nell'ambito più generale della lotta contro il sottosviluppo in una visione
europea e internazionale. In linea con la legge 22 marzo 1952 n. 166, la Cassa
accede infatti a prestiti da parte della Banca intemazional.e per la ricosrruzio-
ne e lo .!>'viluppo (BIRS), della Banca europea per gli investimenti e della
Mor~r.m Stanley and Co. Il "caso ìtaliano" viene dunque affrontato come pro-
blema europeo e, in generale, dello sviluppo dei paesi industrializzati o, più
correuarne.me, deli'"Occidente", nel quadro di un dibattito donrinale alimenta-
to da figure di rilievo, quali Pasquale Saraceno, Paolo Sylos I.abini e, rientrato
in Italia, Gaetano Salveminl.
Frutto di tanti sforzi convergenti è, nel volgere di pochl anni, l'incremen-
to del valore aggiunto nei comparti industriale (60% in cinque anni) e delle
attività terziarie (72%). Per contro, proprio il settore agricolo, pur beneficiario
della maggior quantità di investimenti infrastrucrurali, registra un incremento
di valore aggiunto non superiore al 40%: in Unea, d'altronde, con la tenden-
za registrata in rutti i paesi impegnati, come il Mezzogiorno (e, in generale,
l'Italia dell'epoca), nella transizione dal primato dell'agricoltura a quello
deU 'industria.
Dalle "agevolazioni" all'eclJssl del meridionallsmo
A sostegno dell'economia del Mezzogiorno sin dal 1949 vengono adotta-
te altre rilevanti misure. Nel settore della cantieristica viene stabilito che alme-
no il 30% del tonnellaggio nazionale venga realizzato nei cantieri dell'Italia
meridionale. La legge 28 marzo 1950 n. 986 stabilisce inoltre l'obbligo per le
pubbliche amministrazioni di rifornirsi per almeno il 30% del fabbisogno
presso ditte meridionali e insulari, Nel 1950 vengono prorogare per altri cin-
que anni le agevolazioni tributarie già riconosclme dal governo Mussolini
aii'J.SY.E.J.M. (Tstirum per lo sviluppo economico deii'Ttalia meridionale).
Infine viene creato il Fondo per l'incremento ediJjzio, vincolato a erogare nel
Mezzogiorno il 50% delle sue disponibilità annue.
Queste e altrettali misure non conducono ruttavia al definitivo supera-
mento della concezione settoriale degl'interventi né a una visione organica di
oblenivi e metodi. Il disegno di legge per U coordinamento delle attività delle
varie amministrazioni irueressate allo sviluppo del Mezzogiorno, presentato
da De Gasperi sin dal 4 dicembre 1952, pur approvato dall'apposìta Commis·
sione Finanze e Tesoro del Senato, non giunge a divenire legge per le tenaci
opposizioni eli potentati partlcolaristicì.
Manca quindi, In sintesi, un progetto di grande respiro, capace di segna-
re la :.volla epocale. Perciò, al dJ .Iii dei progressi oggettivi e degl'incrementi
di valore farti registrare In singoli settori, sulla metà degli anni cinquanta,
quando la Conferenza di Messina e il Trattato di Roma dilnno vita al Mercato

