Page 42 - L'ITALIA DEL DOPOGUERRA - L'Italia nel nuovo quadro Internazionale. La ripresa (1947-1956)
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                Inoltre l'Industria  si riaffermò anraverso la  costruzione di velivoli scuola
             che furono commercializzati anche In altre  nazioni.  l..a  ripresa  indu.sltiale  fu
             consolidata  anche  dalla  possibilità  di  poter esportare velivoli  costruiti su
             licenza - in  particolare s!  ricorda il velivolo F84G - che oltre a rìequ.ipaggiare
             reparti dJ volo (1952) furono esponatl.
                l'ingresso  nella  NATO  consenù di  superare parzialmente  le  !.imitazioni
             del tranato di pace; con  la  nona sessione del Consiglio Atlantico,  tenuras!  a
             Lisbona  dal  20 al 25 febbraio  1952,  furono definiti i  livelli di forza  del paesi
             partecipanti all'alleanza. Su  un  numero complessivo di oltre quattromila veli-
             voli,  l'Italia doveva allestire ed equipaggiare una linea di volo su quarantano-
             ve gruppi per un totale di novecentosessanta velivoli, con livelli di incremen-
             to dJ circa dieci gruppi dì volo all'anno.
                Comunque  l progetti formulati a Lisbona nel 1952 furono corretti verso il
             basso già nel  novembre dello stesso  anno,  non  perché fosse  venuta  meno
             l'esigenza che sottostava a quelle necessità dì forza, ma per motivi dJ bilancio.
             In effetti già le quote previste a Lisbona per l'Italia (qw.rantanove gruppi per
             novecentosessanta velivoU) ponava Il rapporto di forza al  Uvello di uno a due
             per gli avversari. Le 'annua! review' dal 1953 al 1955 previdero una progressi-
             va ridw.Jone delle forze italiane: venticinque gruppi e  clnquecentosenantadue
             velivoli nel 1953, ventitré gruppi e cinquecentonove velivoli per il 1954. ven-
             tidue gruppi e quattrocentootmntaquattro velivoli per il 1955.
                La  situazione al mano 1956 era  la seguente: sei basi erano pronte all'85%,
             cinque basi al 45%, In sette basi erano iniziati i lavori di realizzazione; erano lnol-
             U'e stati approntati 647 km di oleodotti e depositi di carburante per 210.000 m).
                Il finanziarnemo  di  queste opere avveniva  In  parte con  l  contributi
             NATO,  i eu! fondi  erano costiruìti da un fondo comune al quale !'Italia parte-
             cipava con  il 6,5%;  tuttavia  alcuni  lavori  non  potevano essere  finanziati che
             con fondi  nazionali: si  traua  delle  cosiddette  'local  uLilitìes',  consistenti
             nell'esproprio del terrenì, nella costruzione delle caserme e degli alloggi per il
             personale, per le quali sussisteva uno scoperto di oltre venti miliardi.
                Una  breve  analisi  del bUanclo deH'Aeronautlca  Militare  In  quegli anni,
             vede una lieve cresdta della percentuale d! fondi stanziata per la forza armata
             all'interno del bilancio del Ministero della Difesa: si passa dal 21% del1950-51
             al  28% del  195S..56. Thttavi:l  queste cifre sono ben lontane dalla  percenruale
             stanziata per l'aeronautica In altri paesi:
                Canada   52%
                USA      47%
                Prancla   36%
                Regno Unito 38%
                Bisogna  Inoltre considerare che dei  circa  cento miliardi stanziati  nel
             1956·57, quarantadnque furono Impiegaci per spese lncomprlmlbili necessarie
             per !l  personale,  i  viveri ed n vestiario,  qulndid mlliardJ  per i  carburanti e
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