Page 37 - L'ITALIA DEL DOPOGUERRA - L'Italia nel nuovo quadro Internazionale. La ripresa (1947-1956)
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Quando nel giugno del 1950 scoppiò la guerra di Corea, gli americani
sollecitarono giJ alleati europei ad accellerare i programmi di rianno. In una
riunione del 18 luglio 1950, venne fano il punto della situazione che apparve
non di certo rosea.
L'anno successivo, la Marina elaborò il fabbisogno finanziario per una flot-
ta delle dimensioni previste. n govemo ritenne però troppo elevati questi costi
e anche gli aiuti richiesti agli americani non si concretizzarono. ln effetti In que-
gli anni la Marina italiana, rispetto ad altre marine europee, ricevette aiuti ben
più modesti. ln ogni modo, gli Stati Uniti cedenero all1talia due caccia, tre fre-
gate, sei cannoniere d'appoggio, dieci mezzi da sbarco medi e venticinque pic-
coli, ai quali sì aggiunsero unità di nuova costruzione e per la precisione quat-
tro dragamine d'altura e diciotto dragamine costieri. Nel 1954 si aggiunsero a
queste unit:l due sommergibili, che insieme ai due sommergibili italiani Giada
e Vortice, ooslituirono iii primo nucleo della nuova forza sulYo~cquea italiana. t
finanziamenti USA consentirono però di affidare nuove commesse alla t-antierl-
stica itallana. Furono varate due fregate: Cfgno e Castore, e ono corvene della
classe Alcione, delle quali però soltanto quattro furono assegnate alla Marina
italiana, sene dragamine costieri, venti dragamine litor.lnei, due navi posaosrru-
zioni, dieci meni da sbarco medi.
ll programma di rinnovamento della Marina ltaUana stava prendendo
corpo, anche se non nella misura quantitaliva prevista e necessaria ad assolve-
re tutli i compiti ad essa connaturati. Le commesse alla cantieristica italiana,
orientate più alla qualità che alla quan.tit:l, diedero però impulso a tutto li com-
parto industriale navale e sostanziarono un deciso rinnovamento tecnologico
che pottò l'Italia, in questo campo, al livello degli altri paesi occidentali.
L'interesse della Marina negli anni successivi si incentrò sulla missiJislica,
oramai divenuta accessibile operativamente nelle applicazioni dei sistemi
superficie-aria. e sulla componente elicotteristica. L'ammiraglio Alessandro
Michelagnoli, nuovo capo di Stato Maggiore, puntò sulla combinazione di
questi due elementi e su una nuova conce-tione operativa basata sulla realiz.-
zazione della nave lanclamissili-portaelicotterl in funzione antiaerea e anti-
sommergibile. Unità di questo tipo avrebbero potuto consentire alla Marina di
panecipare alle operazioni complesse dell'Alleanzn.
Il secondo programma navale, avvi-.llo quando l'ammiraglio Ferreri aveva
oramai lasciato l'incarico di capo di Stato Maggiore della Marina nell'agoSto
del 1955, prevedeva la trasformazione dell'incrociatore Garibaldi in unita mis-
sllistica, la cosrruzione di due incrociatori landamisslli e ponaeliconeri, di due
caccia landamissili, di quattro fregate elicocterisùche e quattro sommergibili.
Ma i tempi necessari per la progettazione e la costruzione andarono ben al di
l;l delle previsioni. Nel 1961 furono completati i lavori sull'incrociatore
Garlbald~ prima unit;l missilistica europea, e nel 1962 entrarono in linea le
fregare della classe Bergamini, prime unit;l portaelicotteri del mondo con
installa2ionl fisse. Gli incrociatori vennero consegnati nel 1964, mentre i
nuovi sommergibili entrarono finalmente in servizio solo nel 1968.