Page 34 - L'ITALIA DEL DOPOGUERRA - L'Italia nel nuovo quadro Internazionale. La ripresa (1947-1956)
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24 MARIO BURACCHIA
L'arsenale di La Spezia e.ra in uno stato disastroso. Gran parti'! degli edifi-
ci ed ìmpianti risultavano completamente dìstruuì. L'opera di ricostruzione fu
awiata immediatamente, dopo lo sminamento della rada e dell'accesso al
porto ed il recupero del naviglio affondato, tanto che gill nell'ottobré dell945
l'arsenale era in condizioni di effettuare i primi lavori sulle unità navali che vi
erano di base. U completamento della ricostruzione si protrasse sino agli anni
sessanta, anche in considerazione dell'opportunità dì adeguare le strutture
esistenti alle nuove esigenze delle moderne unità navali.
Anche l'arsena.le di Augusta, che nel corso del conflino era stato larga-
mente utilizzato dal sommergibili italiani, fu oggetto di un piano di ricostru-
zione che arrivò a conclusione negli anni sessanta, quando però la struttura
fu declassata a Reparto Lavori, dipendente dal locale Comando Marina.
L'arsenale di Taranto, che era stato risparmiato dalle distruzioni del con-
nitto e che già era stato impegnato nel supporto tecnico logistico delle unità
alleate nel periodo della cobelligeranza, fu subito coinvolto nell'attività di
riparazione e manutenzione delle unità navali italiane, nonché in un pur limi-
tato programma di porenziamento delle sue strutture ed officine.
Sorte diversa ebbe_ l'Arsenale di Venezia. Per far risorgere dalle rovine
della guerra l'industria privata, che a Vene·zia era rappresentata soprattutto
dalla cantieristica navale, numerosi lavori di manutenzione al naviglio militare
vennero affidali ai cantieri dviii anziché all'Arsertale. Asli inizi degli annì cin-
quanta poi si andò facendo strada l'idea di fare di Venezia una città aperta.
Considerazioni di opportUnità strategica, legate alla situazione del teatro
adriatico, indussero poi la Marina Militare a spostare, all'inizio del 1957, il
Comando in capo del Dipartimento da Venezia ad Ancona, con il conseguen-
te drastico ridimensionamento della struttura arsenalizia.
La volontà di ripresa della Marina sj manifestò anche nel campo
dell'addestramento dei propri uomini. Appena un anno dopo la fine del con-
flitto, l'Accademia Navale riprese la propria attività nella sede storica di
livorno, dopo i trasferimenti, a Venez.ia prima, e a Brindisi poi, imposti dagli
eventi bellici.
Le vicissitudini di gu.erra avevano indotto anche le scuole sottuffìciali ad
abbandonare le loro sedi. Subito dopo l'armistizio, i corsi per gli allievi sonuf-
fìciali furono effettuati a bordo delle navi più gJllndj che erano in attesa di
essere radiate. Successivamente, mentre la situazione interna ritornava alla
normalità, le scuole sottufficiali furono risistemare a terra e riorganizzate in
varie fasl, fino a raggiungere la configurazione deftnitiva, con sedi a Taranto,
Venezia e La Maddalena, rimasta ìmmutata fmo all'ini.zio degli anni ottanta.
Per quanto riguarda il naviglio, negli aonl dell'immediato dopoguerra d
sì limitò a rimodernare e recuperare le unità rimaste. A queste si aggiunsero
diciassette dragamine amagnetici americani, che furono di notevole supporto