Page 33 - L'ITALIA DEL DOPOGUERRA - L'Italia nel nuovo quadro Internazionale. La ripresa (1947-1956)
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LA MARINA E  LA  RIPRESA






                                                   M.AlltO BURACCHIA
             Dopo  trentanove mesi  di guerra  ed il periodo di cobelligeranza a  fianco
         degli  anglo-americani la  Marina si ritrovò,  come del resto altre Forze Armate
         ed in defmitiva rutto il Paese, ad affrontare un consuntivo delle proprie forze
         e  delle proprie potenzialità e  l'indìviduazione del proprio ruolo  nel contesto
         nazionale ed internazionale del nuovo ordine mondiale.
             Il  naviglìo disponibile  costituiva  uno  strumento  che,  adeguatamente
         aggiornato sul piano tecnico e tecnologico, avrebbe potuto avere un suo peso
         nel contesto mediterraneo della situazione postbellica. La situazione peggiorò
         però rapidamente.  Ad Influire  negativamente  sull'efficienza  della squadra
         navale furono,  tra altri fattori,  la  situazione delle basi e  la  quasi totale paralisi
         degli arsenali - con la sola eccezione di quello di Taranto - e  anche  la  man-
         canz:t di combustibili e di pezzi di rispet.to.
             Con il trattato di pace firmato  a Parigi il 10 febbraio 1947,  l'Italia fu  pratica-
         mente privata del possesso di una flotta, perché fu obbligata sia a  porre a disp<r
         sizione delle potenze vìncilrici le sue unità migliori, sia a demolire queUe di cui
         non era prevista la consegna. La Marina, dopo l'esecuzione deUe clausole del trat-
         tato, poté contare su due vecchie corazzate, quattro  incrociatori,  quattro caccia-
         torpediniere, due avvisi scorta e sette torpediniere, tutte unità vecchie e  logorate
         dal pesante impiego bellico, aUe quali si aggiungevano  venti corvette di recente
         costruzione, alcune vedette antisommergibili, dragamine e  vetuste navi ausiUarie.
         All'Italia verme ]mposto inoltre di non costruire nuove unità sino al 1950, e vieta-
         to di dotarsi di navi  da battaglia,  portaerei, sommergibiU, motosUuraoti e  mezzi
         d'assalto, e fu imposto alla flotta un limite di complessive 67JXYJ tOnneUate.
             Al  capo di Stato Maggiore della  Marina, ammiraglio Maugeri, succeduto
         alla  fine del 1946 all'ammiraglio de Courten, non rimase eh~ mettersi al lavo-
         rò  per  tentare d.i  ricostruire e  riorganizzare  basi ed arsenali,  in  attesa  che
         l'Italia potesse riassumere il suo ruolo nel delicato scacchiere mediterraneo.
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