Page 30 - L'ITALIA DEL DOPOGUERRA - L'Italia nel nuovo quadro Internazionale. La ripresa (1947-1956)
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             produssero una. benefica influenza sul •morale della Porza Annata, il cui per·
             sonale era  precipitato  in  una  profonda  crisi  di  identità  nel  dopoguerra  -
             sopranuao i quadri intermedi ed inferiori - per una serie di meccanismi •per·
             versi" che avevano Indicato nell'Esercito  Il capro espiatorio delle sofferenze
             patite  in guerra, e  dJ  cu.l  In  questa sede  non  ~ possibile  fare  la  disamina.
             Possìamo però riassumere i fanori délla crisi,  ricavaodoll dalle memorìe stori-
             che anche  di quelle Grandi  Unità  del  tempo,  in  particolare della  Divisione
             Cremona che pure era stata protagonista,  prima  de!Ja  reazione ai  tedeschi e
             poi della Guerra dl Uberazione.
                Prima che venissero adottati  alcuni  provvedimenti  relativi  al  congeda-
             mento deJJe  classi  anziane ed agli  •assilli"  economici  che tormentavano
             soprammo l militari con famiglia, avevano fortemente scosso gli spiriti l.e fero-
             ci  campagne antimilitaristiche  condotte da alcuni  poLitici e  da certa stampa,
             nonché  la  totale  indifferenza  del  Paese verso  l  militari  ed i  loro  problemi.
             Progressivamente il morale era andato migliorando, grazie sopr:muno all'efft-
             cace opera condona dai comandanti, volta alla risoluzìone dei problemi allog-
             giativi, agli intenrenti assistenziali con la concessione dei sussidi, alla cura del
             benessere con l'istituzione di sale .ritrovo e spacci.
                l ffilme~Wi interventi  per l'ordine pubblico,  inolu-e, se da  \In  lato er;mo
             motivo di mugugno per la sperequazione esistente in fatto di indennitll - cort-
             cesse in misura minima in confronto a quelle percepite dalle forze di polizia -
             costituivano, comunque, fanore tonificàtore per il morale della  truppa, che si
             sentiva parte "efficiente, indispensabile e benefica" per la vita della  Nazione.
             con il passar del tempo, la maggiore dignità acquisita con il poten.ziamenco di
             armi,  mezzi ed equipaggiamenti,  con l'ammodemamento delle infrastrutture,
             con l'efficienza  operativa raggiunta, la consapevolezza di essere pa.rte utlle e
             attiva  nella  contrapposizione dei due blocchi,  l'attenuazione degli  attacchi
             antimilitaristi, la  riconosciuta validità dello strumento "esercito" negLi  impegni
             a  favore del  Paese in occasione di  disastri  e  calamirà  naturali,  elevarono di
             molto il morale di quadri e truppa, anche se restarono irriso!U  l problemi dJ
             natura economica. L'analisi a campione delle memorie storiche delle maggiori
             unità  di quest'epoca, infatti,  mette in  risalto  ripetutamence  l'insufficienza  del
             trattamento economico,  l'ind!sponibllità  degfi  alloggi  di servizio,  l'elevato
             eo&o degli alloggi INCIS.  ·
                Pur con  le dovute  riserve,  non t  azzardato  affermare,  per concludere,
             che gli  anni  cinquanta,  ci~ gli  anni della  ripresa,  furono  l  piìl  positivi del
             secondo dopoguena  per l'Esercito.  E altrettanto  positivo fu  ìl fervore  ed  ìl
             contributo di pensiero che l militari seppero apportare alla .ripresa, pur se nel
             processo dialeniro  di  partecipazione  alla  ricostruzione ed alla dllesa  del
             Paese, il contributo di militari non oltrepassò mai i ltmiti delle  proprie compe-
             tenze. Al conuarlo, in molte occasioni essi ebbero ad affermare che la prepa-
             razione  e  la  condona  di una eventuale guerra  avrebbe dovuto  investire  la
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