Page 33 - L'EROE SENZA NOME - Il Milite Ignoto simbolo del sacrificio
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Salvatore Orlando                                 Noto a Dio, sconosciuto agli uomini. Il Culto del Milite Ignoto



                  ad accogliere simbolicamente tutti coloro che si tro-
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                  vano abbandonati senza sepoltura” , si racchiude
                  in ciò l’essenza stessa della simbolicità di questo
                  monumento.
                  In Germania, principalmente, come un po’ in tutte
                  le altre nazioni d’Europa, vennero istituite delle
                  unità speciali presso i comandi di divisione, incari-
                  cate di accudire le tombe individuali, provvedendo
                  anche talvolta a riunirle insieme, dimostrando così
                  un orientamento inedito volto a mostrare una preoc-
                  cupazione nuova per il sacro luogo di eterno riposo
                  dei caduti in guerra.
                  Nei paesi usciti vincitori dalla guerra furono i ri-
                  spettivi governi a dar vita a queste organizzazioni.
                  La War Graves Commission britannica, costituita nel
                  1917 (vi era rappresentato anche il Commonwealth),
                  ebbe in esclusiva la responsabilità della progetta-
                  zione e custodia dei cimiteri militari mentre in Fran-
                  cia tale compito venne affidato al Segretario di Stato
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                  per i Reduci dal Fronte e le Vittime della Guerra .
                  Nei paesi sconfitti furono delle Associazioni private
                  ad assumersi questo compito, in Austria la “Croce
                  Nera” e in Germania il Volksbund Deutsche Krieg-
                  sgraberfursorge.
                  Il Volksbund fu creato nel 1919 e in breve tempo as-
                  sunse il controllo delle attività associate alla memo-
                  ria dei caduti. L’Associazione introdusse un
                  Volkstrauertag (giornata di lutto nazionale), che la
                  Germania adottò ufficialmente nel 1925. Il suo com-
                  pito di custode delle tombe di guerra fu però molto
                  limitato in quanto la stragrande maggioranza dei
                  propri caduti, riposava fuori dai confini nazionali e    Cartolina commemorativa della Prima Guerra Mondiale
                  il Trattato di Versailles aveva sancito l’obbligo per
                  tutte le nazioni di prendersi cura dei caduti nemici     di un gruppo di caduti in combattimento, prove-
                  seppelliti sul proprio territorio. La progettazione di   nienti da diversi campi di battaglia, in maniera del
                  questi cimiteri fu tuttavia lasciata alla nazione cui i   tutto casuale. Coloro che furono delegati a questo
                  caduti appartenevano. I cimiteri di guerra tedeschi      simbolico gesto non dovevano assolutamente cono-
                  in Francia, sia della Prima Guerra Mondiale sia          scere a chi appartenesse il corpo, poiché ciò che più
                  della successiva Seconda Guerra Mondiale, passa-         contava era l’anonimato del morire per la Patria.
                  rono sotto il controllo della Germania soltanto nel      La Francia riesumò dai campi di battaglia nove sol-
                  1966, data fino alla quale restarono in vigore le        dati ignoti, un soldato per ogni regione militare in
                  clausole del Trattato di Versailles .                    cui era stata divisa la nazione, che vennero portati
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                  Tutte le nazioni adottarono un sistema di scelta del     nella cripta della fortezza di Verdun, dove a un ser-
                  caduto senza nome in maniera abbastanza uniforme,        gente, ferito in guerra, venne dato l’onore di indicare
                  secondo il quale la salma da tumulare nel monu-          il Milite Ignoto da seppellire a Parigi l’11 novembre
                  mento a essa dedicata venne individuata all’interno      1920, ricorrenza della firma dell’armistizio di Com-


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                     “Un cenotafio è, alla lettera, una tomba vuota, ma nel momento stesso in cui dichiara di essere la tomba di nessuno diventa quella di tutti coloro che
                  sono morti in guerra” in Jay Murray Winter, Il lutto e la memoria. La Grande Guerra nella storia culturale europea, il Mulino, Bologna, 2014, p. 146.
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                     Antoine Prost, Les monuments aux morts, in Pierre Nora (a cura di) Les lieux de mémoire, vol. I: La République, Paris, 1984, p. 199.
                  21
                     Kriegsgraberfursorge, LVI, n. 3, maggio 1980, p. 18.


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