Page 53 - L'EROE SENZA NOME - Il Milite Ignoto simbolo del sacrificio
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Salvatore Orlando                                                                    L’Italia e il Milite Ignoto



                  dovuto ai tratti indistinti della non identificazione del
                  Soldato. A tal proposito Douhet continuava “Nel giorno
                  in cui la sacra Salma trionfalmente giungerà al suo luogo
                  di eterno riposo, in quel giorno tutta l’Italia deve vibrare
                  all’unisono, in una concorde armonia d’affetti [...], tutti
                  i cittadini debbono far ala alla via trionfale, unendosi in
                  un unanime senso di elevazione ideale nel comune atto
                  di reverenza verso il Figlio e il Fratello di tutti, spentosi
                  nella difesa della Madre Comune”.
                  Questa proposta venne accolta con grande entusiasmo
                  dalle associazioni combattentistiche e patriottiche che
                  vedevano nel Caduto senza nome il simbolo per quanti
                  non avevano la possibilità di onorare le spoglie del fa-
                  miliare disperso. La medesima accoglienza non fu
                  ugualmente manifestata dalla classe dirigente del Paese,
                  delusa sia dai risultati della Conferenza di Pace a Ver-
                  sailles che avevano penalizzato l’Italia, sia dagli esiti
                  delle prime elezioni a suffragio universale del novembre
                  1919 che evidenziarono un rafforzamento dei partiti so-
                  cialista e popolare, entrambi sempre molto critici circa
                  il modo in cui i liberali avevano condotto la guerra.
                  Alla vigilia delle elezioni del maggio 1921, sulle pagine
                  del “Il Dovere” venne pubblicata la tanto attesa notizia
                  della formazione del Comitato Centrale Promotore per
                  il progetto del Milite Ignoto.
                  Il 4 luglio venne formato il nuovo Governo, presieduto
                  per la prima volta da un socialista, l’onorevole Ivanoe
                  Bonomi, e venne designato quale ministro della Guerra
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                  il liberal democratico onorevole Luigi Gasparotto , in-
                  terventista ed ex combattente con il grado di sottote-   Ivanoe Bonomi
                  nente, che tuttavia proveniva dal mondo civile e non da
                  quello militare, scelta fino ad allora raramente adottata.
                  L’onorevole Gasparotto, da rappresentante in Parla-      nata del 4 novembre, giorno dell’entrata in vigore del-
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                  mento si era reso protagonista in occasione della seduta   l’Armistizio di Villa Giusti  con l’Austria, l’anniversa-
                  della Camera del 10 settembre 1919, appena arrivata      rio della Vittoria, chiedendo a Francesco Saverio Nitti,
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                  la notizia della firma del trattato di Saint-Germain  da   Presidente del Consiglio, di rendere onore e gloria ai
                  parte dell’Austria, della proposta di istituire nella gior-  soldati d’Italia. A tal proposito, così si esprimeva: “Così

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                     Luigi Gasparotto (Sacile 31 maggio 1873-Roccolo di Cantello 29 giugno 1954) venne eletto deputato del Regno d’Italia nel 1913. Combattente della
                  Prima Guerra Mondiale, fu decorato con tre Medaglie d’Argento al Valore Militare e una di Bronzo. Fu nel dopoguerra tra i fondatori dell’Associazione Na-
                  zionale Combattenti e promosse un movimento di ex combattenti denominato “Rinnovamento Nazionale”, con il quale fu riconfermato alla Camera nel
                  1919 e ancora nel giugno 1921. Fu Ministro della Guerra nel luglio 1921 nel Governo Bonomi I, fino al febbraio 1922. Eletto ancora deputato nel 1924,
                  fu Vice Presidente della Camera. Conclusa la legislatura nel 1928, si ritirò dalla vita politica. Nel periodo costituzionale transitorio fu Ministro dell’Aero-
                  nautica dal gennaio al giugno 1945. Al termine della Seconda Guerra Mondiale, fu chiamato nella Consulta Nazionale e nel dicembre 1945, fu Ministro
                  dell’Assistenza Postbellica nel I Governo De Gasperi fino al luglio 1946. Eletto deputato all’Assemblea Costituente nel giugno 1946, fu il primo Ministro
                  della Difesa, nato con l’incorporazione di tre Ministeri (Guerra, Marina e Aeronautica) nel III governo De Gasperi (febbraio-maggio 1947). Senatore della
                  Repubblica nella I legislatura (1948), dopo le dimissioni di Giuseppe Paratore venne proposto alla presidenza del Senato, ma rinunziò alla candidatura
                  poco prima della votazione. Fu Vicepresidente del gruppo misto fino al 1953.
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                     Il trattato di Saint-Germain-en-Laye (detto anche trattato di Saint-Germain) fu stipulato alla fine della Grande Guerra e in esso venne stabilita la ripar-
                  tizione del dissolto Impero austro-ungarico e le condizioni per la creazione della repubblica austriaca.
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                     L’Armistizio di Villa Giusti venne firmato il 3 novembre 1918 nella villa del conte Vettor Giusti del Giardino a Padova fra l’Impero austro-ungarico e
                  l’Italia. Entrò però in vigore solo a partire dal giorno dopo, il 4 novembre 1918.



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