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L’EROE SENZA NOME Il Milite Ignoto simbolo del sacrificio
Le pagine del settimanale “Il Dovere” diretto dal colonnello Douhet dedicate al dibattito sul Milite Ignoto
impedirne il riconoscimento. Nel luglio del 1920, men- nostro Soldato: tutto. Dall’ingiuria gratuita dei politi-
tre l’opera della Commissione era ancora in pieno svol- canti e dei giornalastri che […] sino dal principio, co-
gimento, come già anticipato, fu il colonnello Giulio minciarono a meravigliarsi del suo valore, quasi che gli
Douhet, durante una seduta del Consiglio direttivo italiani fossero dei pusillanime, alla calunnia feroce di-
dell’Associazione Reduci intitolata a Giuseppe Gari- ramata per il mondo a scarico di una terribile respon-
baldi, a lanciare l’idea di onorare la memoria dei caduti sabilità […]. Tutto sopportò e tutto vinse, da solo,
e gli eroismi della collettività nazionale nella salma di nonostante. Perciò al Soldato bisogna conferire il
un Soldato Sconosciuto, da collocare presso il Pantheon sommo onore, quello cui nessuno dei suoi condottieri
a Roma, “simbolo della grandezza di tutti i soldati d’Ita- può aspirare, neppure nei suoi più folli sogni di ambi-
lia, segno della riconoscenza dell’Italia verso tutti i suoi zione. Nel Pantheon deve trovare la sua degna tomba
figli, altare del sacro culto della Patria”. alla stessa altezza dei Re e del Genio”.
Il 20 agosto 1920, sulle pagine del giornale “Il Dovere” Giulio Douhet individuò nel Milite Ignoto un simbolo in
di cui era il direttore, il colonnello Douhet, riferendosi cui tutta l’Italia si sarebbe dovuta riconoscere. Il motivo
al soldato italiano, scriveva: “Sebbene gettato nudo ed dello spiccato simbolismo del Milite Ignoto risiedeva
inerme contro il cemento armato e il filo d’acciaio, a far nella transizione metaforica dalla figura del Soldato a
da facile bersaglio alle armi nemiche, è stato in grado quella del Popolo e infine a quella della Nazione, questo
di vincere la guerra”, e che “Tutto sopportò e vinse il passaggio tra concetti sempre più ampi e generici era
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