Page 55 - L'EROE SENZA NOME - Il Milite Ignoto simbolo del sacrificio
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Salvatore Orlando L’Italia e il Milite Ignoto
segno di legge che il Parlamento discute è frutto del
sentimento italico, dolce e ardente a un tempo. Deve
essere rivendicata ai nostri uomini d’arme la priorità di
trasportare a Roma i resti del Caduto Ignoto, perché ivi
ricevano gli onori dovuti a loro e a seicentomila fratelli
[…]. Noi pensiamo che una cerimonia supremamente
austera debba aver luogo a Roma il 4 novembre. Noi
pensiamo che il luogo della sepoltura debba essere l’Al-
tare della Patria, perché venga finalmente consacrato
per l’eternità dei nostri morti di guerra oscuri ed eroici.
Quivi e non altrove, perché vogliamo che qui sull’altare
bianco delle statue d’oro sia stato, secondo il sogno del
poeta, trasportato in simbolo, quell’altro altare indomito
di volontà e di fede che fu il Grappa, che fu tutta la
linea mutevole delle quattordici battaglie. Perché il va-
lore simbolico del monumento all’Italia riunita e rinno-
vata riceva dalla morte gloriosa la cresima santa; così
che la Roma antica abbracci coi suoi fori e col Campi-
doglio il monumento che ospita il simbolo del sacrificio
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supremo ed oscuro per le nuove grandezze” .
E ancora, questa designazione veniva ribadita dal se-
natore Del Giudice, l’8 agosto 1921, “Bene scelto il
luogo della sepoltura; perché là dove sono gli emblemi
del nostro risorgimento nazionale, e dove si erge la fi-
gura di Colui che primo affermò dinnanzi al mondo la
unione politica d’Italia, conviene che siano custodite le
ossa del milite che col suo sangue contribuì a rivendi-
care i sacri naturali confini”.
Dal Pantheon, luogo di sepoltura dei Grandi italiani, si
passò quindi a un luogo più esclusivo che rappresen- Il Senatore Pasquale Del Giudice
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tasse l’unicità simbolica .
L’onorevole Gasparotto durante il dibattito chiese alle
parti di rinunciare a intervenire perché il provvedimento che avrebbe rappresentato idealmente tutti coloro che
che rendeva onore ai caduti potesse essere approvato in non fecero ritorno a casa. Tutte le famiglie italiane, in
silenzio. La discussione venne chiusa all’unanimità e qualche modo, erano coinvolte, chi per aver perso un fi-
rinviato al giorno dopo il voto; con amara sorpresa, i con- glio, un marito, un padre nel conflitto, chi per aver lavo-
trari risultarono essere trentacinque. Fu Gabriele D’An- rato nelle fabbriche o nei campi.
nunzio a dare il nome di “Milite Ignoto” alla salma del La Legge n. 1075 fu approvata il 4 agosto 1921 e il
soldato senza nome che avrebbe ricordato nel tempo i provvedimento promulgato l’11 agosto successivo, di-
sacrifici e gli eroismi della Grande Guerra. Il Soldato venne subito operante.
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Cesare Maria De Vecchi nella relazione della Commissione Esercito e Marina Militare presentata nella seduta del 28 luglio 1921 sulla sepoltura della
Salma di un Soldato Ignoto, Camera dei Deputati. Legislatura XXVI, sessione 1921-1923. Disegno di legge 202, Sepoltura della Salma di un Soldato Ignoto.
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Il luogo della sepoltura, indicato nel Vittoriano, inizialmente non stabiliva la sua precisa collocazione all’interno del monumento. L’Altare della Patria
era infatti molto vasto e molti erano i punti che risultavano idonei. Il Ministro Gasparotto, a tal proposito, affidò al generale Fochetti, Capo dell’Ufficio Ono-
ranze al Soldato Ignoto, l’incarico di individuare il luogo più adatto alla tumulazione della salma. Egli individuò quattro possibili collocazioni, due esterne
e due interne al monumento. Da queste vennero escluse le collocazioni interne, ritenute non appropriate alla figura del Soldato Ignoto, il quale doveva im-
personificare l’eroismo di tutto il popolo e quindi le sue spoglie non potevano essere collocate nei bui e freddi locali dell’interno del monumento, ma
dovevano essere tumulate in vista, illuminate dal sole di Roma e a perenne contatto con il popolo. Vennero allora prese in considerazione le due sistemazioni
esterne: la prima situata tra le statue che rappresentavano le città liberate di Trento, Trieste, Gorizia, Pola e Zara; l’altra ai piedi della statua della Dea
Roma, situata al centro dell’Altare della Patria che, per essere la parte più significativa del monumento e quindi più visibile dall’esterno, fu, pertanto,
scelta quale collocazione del sepolcro.
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