Page 59 - L'EROE SENZA NOME - Il Milite Ignoto simbolo del sacrificio
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Salvatore Orlando L’Italia e il Milite Ignoto
il colonnello Vincenzo Paladini, non soltanto perché era
alle sue dipendenze quale capo ufficio presso la sede
goriziana del Commissariato Onoranze Caduti in Guerra,
ma soprattutto per la sua profonda conoscenza dei di-
versi fronti sui quali anch’egli aveva combattuto. Circa
gli altri membri della Commissione, le disposizioni affi-
davano al generale Paolini la discrezionalità della no-
mina di un ufficiale superiore medico e al Sindaco di
Udine demandava il compito di designare quattro ex
combattenti in rappresentanza di tutte le categorie di
personale, ufficiali, sottufficiali, graduati e soldati. Il
maggiore Nicola Fabrizi fu l’ufficiale medico che il ge-
nerale Paolini aveva designato a partecipare alle ricer-
che ma senza fare parte integrante della Commissione.
Al pietoso compito venne chiamato a partecipare anche
don Pietro Nani, già cappellano militare, che successi-
vamente coopererà alla realizzazione del “Cimitero degli
Invitti” sul Colle di Sant’Elia, a Redipuglia.
L’esumazione delle salme doveva avere luogo “nei tratti
più avanzati” dei principali campi di battaglia e l’opera
doveva essere condotta in modo che fra i resti raccolti
ve ne potessero essere anche di reparti da sbarco della
Marina: Rovereto, Dolomiti, Altipiani, Grappa, Mon-
tello, Basso Piave, Cadore, Gorizia, Basso Isonzo, San
Michele, tratto da Castagnevizza al mare. In ciascuna di
queste zone, alla presenza di tutti i membri della Com-
missione, si doveva procedere alla riesumazione della Don Pietro Nani, foto tratta dal fascicolo matricolare
salma di un caduto, non identificabile, documentando
tutta la procedura con un circostanziato verbale nel deputati ex combattenti, il Comandante del Corpo d’Ar-
quale venivano riportati anche tutti i passi di questa de- mata di Trieste, il Comandante del Dipartimento marit-
licata operazione, specificandone le cautele adottate e timo di Pola, i Comandanti delle legioni della Regia
il procedimento usato nella designazione. Dovevano es- Guardia di Finanza e della Polizia di Trieste, dieci mu-
sere riesumate undici salme, una per ogni campo di bat- tilati e dieci combattenti, dieci madri o vedove di caduti
taglia sui quali si era combattuto, che dovevano essere non riconosciuti, autorità municipali dei comuni della
deposte in casse di legno di uguali dimensioni fatte al- Regione e una rappresentanza di tutte le Armi del
lestire a Gorizia. La traslazione doveva avvenire entro il Corpo d’Armata di Trieste. Il feretro, designato dalla
27 ottobre, giorno in cui le undici bare dovevano giun- madre di un caduto di guerra, sarebbe stato poi traspor-
gere nella basilica di Aquileia e, seguendo le disposi- tato a Roma mediante un convoglio ferroviario formato
zioni emanate dal Ministero della Guerra, il giorno a Udine . Con queste disposizioni il Ministro della
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successivo si sarebbe proceduto alla designazione della Guerra aveva delineato chiaramente quale sarebbe stato
salma che sarebbe stata destinata all’Altare della Patria. il protocollo da seguire.
I partecipanti alla cerimonia ad Aquileia sarebbero Il 16 settembre venne indetta una riunione presso il
stati, oltre all’onorevole Gasparotto, due senatori e due Ministero della Guerra durante la quale il Ministro
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Augusto Tognasso, Ignoto Militi, Zanoli, Milano, 1960 (edizione fuori commercio), p. 113.
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Alla riunione erano presenti, oltre al Ministro della Guerra, Luigi Gasparotto, il Presidente del Consiglio dei Ministri, Ivanoe Bonomi; il Presidente
della Camera, onorevole Enrico De Nicola; gli onorevoli Vincenzo Riccio, Giuseppe Lanza di Trabia, Giuseppe Sanna Randaccio, Cesare Maria De Vecchi
e Domenico Pacetti; il senatore Filippo Torrigiani; i generali Armando Diaz, Luca Montuori, Francesco Pais Serra, Luigi Cochetti Corsi; gli ammiragli
Paolo Thaon di Revel, Enrico Millo e Emilio Solari; i colonnelli Giulio Douhet e Roberto Bencivenga; la principessa Maria Letizia Bonaparte, Presidente
dell’Associazione Madri dei Combattenti; il prefetto di Roma, Riccardo Zoccoletti; l’assessore Gino Bandini, in rappresentanza dei Sindaci di Roma, Napoli,
Firenze e del Regio Commissario di Bologna.
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