Page 33 - La Grande Guerra dei Carabinieri - Flavio CARBONE
P. 33
33
“Eroica morte del Carabiniere Domenico Della Giorgia” di Vittorio Pisani. Medaglia d’Argento al Valor Militare “alla me-
moria” per il comportamento tenuto durante l’assalto del 19 luglio. All’Arma fu conferita la Medaglia d’Oro al Valor Mili-
tare alla Bandiera.
furono lasciati “in itinere”, parte a Vi- nugli immaginiamo i suoi, in posizione verso nord ovest,
pulzano e parte a Cormons, mentre la più in basso di 150/200 metri rispetto all’altura, attesta-
Banda si fermò nelle retrovie; final- ti: a destra in due trincee alterne, affiancati ai fanti del
mente, a notte fonda, i Carabinieri 12° Reggimento; a sinistra in un’unica trincea addossa-
rilevarono i fanti, ai quali erano del ta a fianco del 1° Reggimento. Poco più di 150 metri di
tutto simili. Infatti, diversamen- linea. Nel mezzo, tra i due settori dell’Arma, un vallo-
te da molta iconografia successiva, ne aperto prima del pendio. Scarsissimo l’armamento: ol-
vestivano l’uniforme comune gri- tre ai fucili, un pezzo d’artiglieria someggiato, due bat-
gioverde coi “salamini” alle spalli- terie da 75 mm e una sezione di mitragliatrici lasciata
ne e le fasce mollettiere ai polpacci; dal 36°. Le perdite per il fuoco austriaco dalle postazioni
uguali anche le buffetterie e il lungo fu- in vetta e per l’imperversare dell’epidemia
cile modello 91 con la baionetta a pugnale. Condivideva- coleriforme si fecero subito sentire e
no lo stesso impiego, i disagi e il pericolo. Si distingue- i combattenti alla soglia dello scon-
vano solo per gli alamari d’argento sul colletto di panno tro erano già ridotti a circa 1.300. A
nero e la piccola fiamma in filo nero sul berretto (la ca- denti stretti si andava avanti sem-
ratteristica “lucerna” con la foderina grigia era propria pre nell’attesa del momento,
dei reparti di polizia militare e l’elmetto sarà adottato che ormai era prossimo.
nel 1916). Per quanto la loro preparazione al combatti- Il 18 luglio viene
mento fosse indiscutibile, i numerosi impegni istituziona- dato ordine di pre-
li svolti a Udine avevano rallentato l’addestramento alla disporsi all’as-
vita del fronte, ma il morale si manteneva alto. I tormen- salto. Bisogna
ti inenarrabili dell’addiaccio, del fetore, del rancio spesso
freddo, dell’acqua inquinata dai molti cadaveri non po-
tuti seppellire, della conseguente dissenteria, delle gra-
nate nemiche e del quotidiano stillicidio dei cecchini non
li fiaccavano. Non arrivarono in tempo per partecipare
al vano “colpo di clava” del giorno 6 ma sarebbe venuto,
con la seconda battaglia dell’Isonzo (18 luglio-10 agosto
1915), anche il proprio turno.
Intanto i Carabinieri si davano da fare nella copertu-
ra delle trincee esistenti e nello scavo di nuove, di cammi-
namenti e posizioni avanzate verso i fianchi di quelle ne-
miche. Dalle descrizioni molto chiare del Diario Storico
Militare del Reggimento redatto dal colonnello Van-