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LA GRANDE GUERRA SEGRETA SUL FRONTE ITALIANO (1915 – 1918)
ve infatti, il ruolo di “parcheggio provvisorio”, in attesa della nomina a Direttore dell’Officina
Radio Telegrafica e Elettrotecnica di Roma che giungerà nel marzo del 1919. La foto di figura
14.10 riproduce Sacco nella funzione di cicerone, durante la visita all’Officina del Re e del
Generale Diaz con la partecipazione dei generali Cittadini e Nicoletti Altimondi, del colonnello
Bardeloni e del maggiore Celloni, 62
Sacco però non dimenticherà la crittologia e continuerà per gran parte della vita, l’attività in que-
sto comparto, sia con la redazione delle tre successive edizioni del libro già citato, sia con l’inse-
gnamento sul tema, testimoniato dai suoi “Appunti di Crittografia” per i corsi degli Ufficiali di
Trasmissioni , sia con l’impegno per la diffusione della cultura crittografica nelle forze Armate
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italiane, sia infine con opere tese a migliorare gli strumenti crittografici dell’Esercito. Una mac-
china cifrante dai lui brevettata nel 1941, la cui costruzione era stata affidata alla ditta Nistri di
Roma, è purtroppo andata perduta.
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nuovi pericoLi
L’attività d’intercettazione condotta soprattutto dalla 1 Sezione Radiogoniometrica e quella crit-
a
tologica, ad opera del Reparto centrale e delle Armate, non possono cessare dopo la conclusione
dell’armistizio, soprattutto perché nuovi attori si presentano sulla scena geopolitica, con rivendi-
cazioni territoriali in contrasto con le aspirazioni dell’Italia. Il contenzioso sulla definizione dei
confini con il nuovo Regno dei Serbi, Croati e Sloveni si risolverà solo nel novembre del 1920
con la firma del Trattato di Rapallo.
Deve perciò continuare l’ascolto delle «stazioni degli Stati che si vanno costituendo in seguito
agli ultimi avvenimenti militari e politici» alle frontiere nord - orientali dell’Italia. Occorre, tra
l’altro, controllare i canali radio usati durante il conflitto dalle stazioni campali nemiche, alcune
delle quali potrebbero essere cadute nelle mani dell’Esercito del nuovo Regno - analogamente
a quanto accaduto per una parte della flotta austroungarica - restando pronti a intervenire per
localizzarle con radiogoniometri, nel caso di ripresa delle trasmissioni.
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Queste misure sono giustificate dagli avvenimenti degli ultimi giorni di guerra, quando un Penkala
della zona Austroost, cioè delle Armate del Generale Boroevic, ritiratosi rapidamente per sfug-
gire alla cattura da parte italiana, viene fermato - cioè praticamente catturato - da forze armate
slovene nella località di Pörtschach vicino Kagenfurt in Galizia. Gli Sloveni trasferiscono a
Lubiana, sotto scorta, il capo del Penkala, Maggiore Sieger con i suoi Ufficiali e con tutto il
materiale da essi trasportato contenuto in ben quatto camion.
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Non sortiscono ad alcun risultato positivo i tentativi di Sieger presso il Consiglio Nazionale
Sloveno, tendenti a ottenere la restituzione del materiale, tanto è vero che alcuni mesi più tardi
Odoardo Marchetti rivela che fu consegnata agli Sloveni tutta la documentazione relativa ai «ci-
frari italiani compreso il cifrario Rosso». 67
L’ingente materiale sequestrato e la disponibilità di analisti di origini slovene o croate, capaci
di utilizzarlo perché impiegati durante il conflitto in attività crittologiche nell’Esercito austroun-
62 Il generale Armando Diaz era Capo di Stato Maggiore dell’Esercito. Il Generale Arturo Cittadini rivestiva all’epoca la
carica di Primo Aiutante del Re, il Generale del Genio Gustavo Nicoletti Altimondi era il Comandante dell’Arma del Genio.
Del Colonnello Cesare Bardeloni si è già parlato nelle pagine precedenti anche come Ufficiale dell’Ispettorato Telegrafico
Militare. Il Maggiore Achille Celloni sarà coautore con Sacco del libro “Manuale di radiotecnica”.
63 L’attività di Sacco nell’insegnamento della crittologia nei corsi per Ufficiali delle Forze Armate inizia negli anni ‘20 e
prosegue per più di venti anni.
64 Paolo Bonavoglia, La crittografia da Atbash a RSA, www.crittologia.eu/bio/sacco.htm.
65 Ispettore Capo STM, Relazione Tecnica sul Servizio Radiotelegrafico, op. cit., p. 14.
66 M. Ronge, Der Radiohorch, op. cit., p. 42.
67 O. Marchetti, Attività dei Reparti crittografici, op. cit., Non è noto se i quattro camion di Sieger contenessero anche i
materiali della Stazione radio di Udine, ma lo stesso Marchetti dà per certa anche la cattura da parte degli Sloveni di questa
stazione, unitamente ai cifrari e alle chiavi austriache.
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