Page 390 - La Grande Guerra segreta sul fronte Italiano (1915-1918) - La Communication Intelligence per il Servizio Informazioni
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LA GRANDE GUERRA SEGRETA SUL FRONTE ITALIANO (1915 – 1918)
Comandi, fornirono «utilissime e tempestive notizie sulla loro dislocazione al Comando Supremo,
anche nei periodi più movimentati della vittoriosa marcia in avanti». 52
sistemi radio per La guerrigLia
Quasi ad anticipare le tecniche di combattimento largamente impiegate nella Seconda
Guerra Mondiale, la radio diviene nell’ultima parte della Grande Guerra uno strumento
sempre più adatto alle operazioni di Intelligence, grazie alle dimensioni delle antenne e
degli apparati, notevolmente ridotte rispetto a quelle esistenti all’inizio del conflitto.
Come ricordato nel quinto capitolo, alla vigilia dell’offensiva di Vittorio Veneto, si mol-
tiplicarono le iniziative finalizzate a infiltrare nelle retrovie austriache agenti, frequente-
mente muniti di ricetrasmittenti radio, che collaboravano con elementi locali per racco-
gliere notizie di ogni tipo e trasmetterle, dalle posizioni non molto distanti dal confine in
cui si riusciva a occultare gli apparati. In alcuni casi si formarono reti informative come
il cosiddetto «centro informazioni sui monti della Carnia costituito da ex prigionieri evasi
e da qualche ufficiale da trasportare in aeroplano, forniti di macchine radiotelegrafiche
e colombi». 53
Un progetto degno di nota fu elaborato, all’inizio di ottobre, dal Servizio Informazioni
della 3 Armata che prevedeva di utilizzare la radio a supporto di una grande operazione
a
di Intelligence pianificata con l’obiettivo di innescare «un’azione di rivolta e di guerra nel
Veneto invaso». Alcuni giorni prima dell’attacco italiano, alcuni nuclei di agenti si sarebbero
infiltrati oltre le linee nemiche, concentrandosi nelle zone della Livenza e del Tagliamento,
con il compito di spargere il panico mediante attentati, disarticolare le comunicazioni con
false indicazioni stradali, interrompere le linee telefoniche e telegrafiche, ecc..
Per comunicare con il Comando dell’Armata i gruppi sarebbero stati dotati di vari mezzi
come colombi viaggiatori, e palloncini. Tuttavia, poiché secondo il parere del Servizio
Informazioni d’Armata, «l’esperienza ha dimostrato la precarietà dei mezzi suddetti, […]
per assicurare un servizio più sicuro e continuativo, si provvederà all’impianto di due sta-
zioni radiotelegrafiche» da porsi in comunicazione con una stazione al di qua del Piave.
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Con riferimento a queste e ad analoghe iniziative, O. Marchetti rivela che «la vittoria tra-
volgente e l’inseguimento incalzante del nostro esercito resero superflue quasi tutte quelle
predisposizioni, per alcune delle quali venne a mancare il tempo, come pure del resto lo
scopo, per l’effettuazione». Tuttavia, le pianificazioni di cui si è fatto cenno dimostrano
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la capacità acquisita e testata sperimentalmente dall’Esercito italiano di impiegare la
radio anche a supporto di operazioni di Intelligence, oltre le linee nemiche.
14.5 L’ARMISTIzIO E L’IMMEDIATO DOPOGUERRA
L’internazionaLizzazione deLLe radiocomunicazioni miLitari itaLiane
Durante le trattative d’armistizio, le radiocomunicazioni italiane sono chiamate a com-
piere un’impresa inimmaginabile fino a qualche giorno prima: occorre creare un colle-
gamento tra il Comando Supremo austriaco di Baden bei Wien e una stazione ricetra-
52 Ispettore Capo del STM, Relazione Tecnica sul Servizio, op. cit.
53 O.Marchetti, Il Servizio.., op. cit. , p. 247. L’Autore spiega inoltre a p.252 e 253 che molti prigionieri evasi, muniti di
documenti falsi, giravano impunemente nei territori dell’Impero.
54 Ufficio I., 3 Armata, Piano per l’attuazione della guerriglia nei territori invasi, 4 ottobre 1918, AUSSME, Fondo E2,
a
busta. 98.
55 O. Marchetti, Il Servizio Informazioni, op. cit., p. 258.
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