Page 385 - La Grande Guerra segreta sul fronte Italiano (1915-1918) - La Communication Intelligence per il Servizio Informazioni
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CAPITOLO QUATTORDICESIMO
iL decLino deLLe attività offensive austriache
Si ritiene che la tesi del Gylden concernente la drastica riduzione nel 1918 delle decrittazioni
austriache al fronte italiano, dovuta a un “intervento crittografico” francese e inglese, fosse ben
conosciuta da Ronge quando, nel 1943, scrive la proprie memorie. Forse anche per questo mo-
tivo, il Generale austriaco dedica una consistente parte del suo scritto alla dimostrazione della
continuità dei successi crittografici conseguiti nell’ultimo anno di guerra, evidenziando inoltre
gli esiti positivi ottenuti nei confronti di dispacci francesi e inglesi, quasi a dimostrare la supe-
riorità in questo settore nei confronti di tutti i belligeranti.
Mentre non vi sono dubbi circa il perdurare, per una parte del 1918, delle decrittazioni dei di-
spacci italiani cifrati per esempio con lo “Speciale”, l’“Azzurro” e con il cifrario di servizio “CF-
bis, naturalmente non continuative per le interruzioni temporali dovute all’introduzione di nuove
tabelle di sopracifratura, non si può non riconoscere la progressiva riduzione registrata durante
l’anno del numero e dell’importanza dei dispacci italiani decrittati, per effetto di numerosi fattori
tra i quali le difficoltà interne del Servizio austriaco, la limitazione delle radiocomunicazioni at-
tuata per lunghi periodi anche dagli italiani e, non ultimo, la progressiva diffusione nell’Esercito
italiano di cifrari più resistenti alla penetrazione.
Sul primo di questi motivi si trattiene lungamente lo stesso Ronge che illustra gli inconvenienti del-
la riorganizzazione dei servizi attuata all’inizio dell’anno e i contrasti tra il Comando del Servizio
radiotelegrafico campale e quello del Servizio crittologico effettuato dai Penkala.
Inoltre, dopo il fallimento del tentativo di sfondamento sul Piave, conclusosi con la ritirata delle
truppe austroungariche nelle posizioni di partenza al di là del fiume, gli sforzi degli Alti Comandi
per mantenere elevato il morale delle truppe non avevano grandi probabilità di sortire a qualche
successo e gli effetti della mutata situazione si riflettevano inesorabilmente anche sull’efficienza
del Servizio di radio intercettazione. Ronge attesta infatti che, mentre i Penkala, ove operavano
analisti di provata fede facenti parte del Servizio Informazioni, hanno continuato a svolgere il pro-
prio lavoro fino agli ultimi giorni della resistenza opposta all’attacco italiano iniziato il 24 ottobre,
i dati di ingresso provenienti dalle stazioni d’ascolto erano invece divenuti spesso insoddisfacenti,
determinando vivaci proteste del Servizio Informazioni nei confronti dei Comandi del Servizio
radio telegrafico e un inasprimento della disciplina nei confronti degli operatori telegrafici. 35
Il conseguente scontento dei i telegrafisti è testimoniato da alcuni di essi catturati a metà settembre i
quali rivelano che «negli ultimi tempi, nel servizio radio è stata introdotta una grande severità e già
molti radio telegrafisti sono stati messi sotto processo per non aver osservato il regolamento. […]
La severità è tale che molti radiotelegrafisti fanno domanda di essere trasferiti ad altri reparti». 36
L’altro fattore che riduce l’efficacia del lavoro crittografico austroungarico si può ravvisare nella
limitazione dell’impiego del mezzo radio da parte italiana attuato, una volta stabilizzato il fronte
sul Piave, grazie a un sistematico ricorso alle reti fisiche. Lo stesso Ronge nota che, in risposta
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al silenzio radio imposto in campo austriaco nel mese di aprile, anche gli Italiani avevano adot-
tano un’analoga misura. 38
La più rilevante difficoltà incontrata dal servizio di intercettazione radio e decrittazione austriaco
negli ultimi mesi di guerra si ritiene derivi dalla cresciuta resistenza alla penetrazione dei cifrari
italiani e da una maggiore accortezza nelle operazione di cifratura, conseguenza di più attente
cure anche nella preparazione degli operatori. Il progressivo aumento dei cifrari italiani non ri-
solti - secondo quanto illustrato in precedenza - e dei tempi impiegati per penetrare alcuni altri,
35 M. Ronge, Der Radiohorch, op. cit., p.40 - 41.
a
36 Comando 6 Armata, Ufficio Informazioni, Riassunto di vari interrogatori fatti ai Telegrafisti addetti alla stazione di
intercettazione “SPETELF” N. X. catturati in Val Brenta il giorno 14 corrente, 22 settembre 1918,
37 M. Ronge, Der Radiohorch, op. cit., p.31.
38 ibidem, p. 32.
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